Cominciamo dal tono. L’assessore Galvani ha risposto al consigliere Cuniolo in merito alla mozione sulla pista ciclopedonale Tortona – Viguzzolo con tono decisamente seccato, del tipo: ancora sulla pista ciclabile? Per carità, forse avrà contribuito l’ora tarda nella quale è avvenuta la discussione, ma caro assessore, non può certo prendersela con il consigliere se la mozione era stata posta all’ultimo punto dell’ordine del giorno. Comunque, più seriamente, la sua risposta non convince e le spiego il perché.
1) Lei ha insistito nel dire che il progetto era stato approvato dalla Regione, dalla Provincia e dal comune, dunque in modo inequivocabile doveva essere ritenuto conforme al bando e alle specifiche tecniche. In realtà, ciò che è stato approvato da questi enti era il progetto definitivo; la mozione, come prima l’interrogazione, poneva in discussione il progetto esecutivo, che non è passato al vaglio della Regione ma solo del comune, nonchè la sua realizzazione. Lei stesso ha riconosciuto che nella mozione vi erano buoni suggerimenti, dei quali alcuni già messi in pratica ed altri più significativi da eseguire. Si è però dimenticato di precisare che quelli già posti in essere erano il frutto dell’incontro tra i rappresentanti del comune, il consigliere Cuniolo, il sig. Enrico Pertusi, il sig. Pietro Cordelli, l’architetto Luca Massa tenutosi dopo la presentazione dell’interrogazione. Già in quella sede avevate riconosciuto la bontà dell’elaborato peritale che nell’incontro vi era stato illustrato, ma vi siete limitati a recepire il minimo indispensabile per evitare responsabilità, vedasi, ad esempio, la segnaletica in prossimità del ponte lamellare che evidenzia la sua pericolosità e quella delle rampe d’accesso: non era più logico, come espresso dal consigliere Cuniolo, non costruire un ponte pericoloso, visto che si trattava di realizzare un’opera ex novo?
2) I costi di manutenzione del ponte: lei ha risposto sostenendo che gli stessi sono divisi a metà tra i comuni di Viguzzolo e di Tortona, ma cosa c’entra?
Resta il fatto che i costi di manutenzione ci sono e sono alti, ed invece sarebbero quasi inesistenti se fosse stato realizzato con un altro materiale. Ad esempio in acciaio zincato che, contrariamente a quanto da lei affermato, ha costi di realizzazione e manutenzione inferiori.
3) L’asfalto non è a regola d’arte, al punto che già prima dell’inaugurazione nel mezzo cresceva l’erba: il suo suggerimento di utilizzare il diserbante per toglierla le sembra accettabile?
I lavori sono stati pagati come eseguiti a regola d’arte!
4) La verniciatura della segnaletica orizzontale: idem come al punto 3).
5) I parcheggi in corso Repubblica, lato piazza Milano. A suo avviso non potevano essere eliminati perché necessari agli ambulanti e alle fermate dei mezzi pubblici nei giorni di mercato. Il giusto compromesso porta a realizzare la pista sul lato opposto della carreggiata, con il sacrificio degli stalli per le auto solo su quel lato, peraltro poco utilizzati.
6) I raggi di curvatura: sono disciplinati dal Dm 557/99 e, in base a quanto da lei affermato, nei tratti nei quali la pista è ciclopedonale ad uso promiscuo, la normativa può non essere rispettata perché prevale il pedone sul ciclista, tanto è vero che ha citato l’art. 182, comma 4 del codice della strada. Detto articolo, però, prevede unicamente che il ciclista scenda dal mezzo nel caso in cui dovesse arrecare intralcio al pedone, senza fare alcun riferimento ai raggi di curvatura, per i quali il decreto ministeriale innanzi indicato prevede un raggio minimo di 5 metri, riducibili a tre in casi eccezionali. Nella pista ci sono raggi di curvatura a zero metri. In conclusione, assessore, la sua risposta è stata in parte evasiva, in parte imprecisa e, soprattutto, ha “glissato” tutti i punti più importanti relativi alla pericolosità, quali quelli degli attraversamenti, ad esempio, di via degli Orti / via Emilia, punta di Garbagna, via Anselmi / corso Repubblica, corso Pilotti /SP121. Rispecchia un’idea di città non al passo con i tempi, nella quale la mobilità guarda al passato anziché al futuro, nonostante il comune avesse aderito ad un bando della Regione la cui ratio era la mobilità sostenibile, volta al rispetto dell’ambiente incentivando l’uso di mezzi di trasporto alternativi agli autoveicoli. Quest’ultimi, invece, nel progetto realizzato appaiono privilegiati, non solo perché sono stati salvati dei parcheggi, ma soprattutto perché le criticità della infrastruttura evidenziate non ne stimolano l’utilizzo.
M5S – Tortona