Vendemmia 2024, parlano i viticoltori: una primavera-estate troppo piovosa

Come ormai da alcuni anni a questa parte al termine della vendemmia abbiamo avvicinato alcuni dei principali viticoltori del Tortonese per chiedere una valutazione dell’annata. Iniziamo con Luigi Boveri di Costa Vescovato.

Luigi Boveri (al centro) con familiari e collaboratori

1) Vendemmia 2024 com’è andata? Che tipi di vini producete? Quali sono le vostre etichette principali? Come sappiamo, la vendemmia 2024 è stata figlia non della siccità, come nelle ultime annate, ma di una primavera e di un inizio estate molto molto piovosi. Questa importante quantità di pioggia ha da una parte alleviato le sofferenze dovute a tre anni estremamente siccitosi, ma ha anche acuito il problema delle malattie fungine della vite, compromettendo totalmente o in parte il raccolto.  La nostra azienda produce naturalmente tutti i vini storici del territorio tortonese, come il Timorasso, la Barbera, la Croatina e il Cortese. Tra questi, ci sentiamo di citare le nostre due etichette di Timorasso (Derthona e Filari di Timorasso), il Cortese Terre del Prete, e le nostre Barbere: Boccanera, Poggio delle Amarene e Vignalunga.

2) Il clima “pazzo” di quest’anno come ha influito? Ci sono stati ritardi o anticipi nelle raccolta delle uve? Cosa sta succedendo nei vigneti per effetto del cambiamento climatico? Come dicevamo, il clima di quest’anno nella prima fase primaverile-estiva ha pesantemente compromesso il raccolto; d’altro canto, una seconda parte d’estate più assolata e priva di piogge ha permesso alle uve salvatesi di maturare riuscendo a garantire una buona qualità di cantina, a discapito di una bassissima quantità. Tendenzialmente ci siamo avvicinati a un’epoca vendemmiale più vicina ai canoni della tradizione da noi conosciuta, e i tempi si sono leggermente allungati rispetto alle ultime vendemmie precocissime. In questo momento storico, si è notato nel corso degli anni un innalzamento del contenuto alcolico dei vini dovuto ad una maldistribuzione delle piogge e a periodi estremamente caldi nella parte centrale dell’estate. Questo ha comportato anche una riduzione quantitativa della produzione e un affaticamento generale vegeto-produttivo della pianta.

3) Se dovesse scegliere due parole chiave per descrivere i vostri prodotti, quali sarebbero? E’ sempre difficile definire i propri prodotti, ma nelle nostre intenzioni vogliamo produrre vini ‘di territorio’ ed ‘eleganti’.

4) Quali sono per voi le tre regole d’oro per un buon vino? Consapevolezza della materia prima a disposizione, rispetto nella sua trasformazione, pazienza di aspettare.

5) Tradizione e innovazione: come bilanciate questi due aspetti? Nella nostra azienda abbiamo da sempre avuto un approccio rispettoso verso la tradizione, applicata però ad una giusta innovazione nella quale crediamo fermamente. Così la nostra filosofia è sempre stata quella di ottenere dei vini che siano un’espressione di questo equilibrio.

6) Come cercate di coinvolgere attivamente i visitatori? Il momento dell’accoglienza in cantina è sempre il più emozionante perché c’è l’incontro con ciò che siamo veramente. Il fatto che le persone arrivino fino a noi per conoscere la nostra storia è qualcosa che ci rende oltremodo orgogliosi. Naturalmente facciamo il possibile per comunicare loro ciò che facciamo e i nostri vini, raccontando anche il territorio dei Colli tortonesi, attraverso i prodotti che ne sono espressione.

7) Come vedete le attuali tendenze del mercato del vino? Ci sono nuovi sviluppi che influenzano la vostra produzione o strategia di marketing? Il mercato del vino in questo momento sta assistendo a un leggero fenomeno di ridimensionamento dei consumi a livello mondiale, e a una recessione dei rossi rispetto ai bianchi (un trend già iniziato qualche anno fa, ma che oggi si sta decisamente confermando). Tra le varie tendenze, spicca la curiosità verso prodotti nuovi, come i vini dealcolati. Per quanto ci riguarda, in positivo, registriamo certamente la crescente richiesta di Timorasso, anche a livello internazionale.

8) Siete stati premiati sul Gambero Rosso proprio per il Timorasso. E’ ormai la vostra principale produzione? Quanto cresce il suo gradimento? Non possiamo negare che il Timorasso, in quanto vitigno autoctono dei nostri colli e per la crescente popolarità cui accennavo, svolga oggi e svolgerà in futuro un ruolo sempre più centrale nella nostra produzione. Quest’anno effettivamente è stato un anno di soddisfazioni dal punto di vista dei premi, con i 3 Bicchieri Gambero Rosso al Filari di Timorasso 2022, e anche con i 5 grappoli assegnati dalla Guida Bibenda al nostro Derthona 2022. Sono riconoscimenti che ci danno tanta gioia, perché significano che anche una realtà familiare come la nostra, in silenzio e con il duro lavoro, può arrivare a certi traguardi.