Il ‘Tour de France’, edizione 2024, passerà alla storia non solo per la strabiliante impresa di Pogacar, ma anche per il passaggio da Tortona nel nome e nel ricordo di Fausto Coppi, con i Tortonesi ammassati ad applaudire i grandi del ciclismo di oggi lungo quella breve deviazione collinare. Forse proprio come una volta. Il presente ed il passato si sono incontrati.
Sarà cambiata la cornice, ma non la sostanza. Infatti le grandi, manifestazioni, pubbliche o religiose di un tempo, come quelle ai tempi nostri, soprattutto sportive, hanno sempre avuto uno straordinario richiamo: ai tortonesi veniva offerto uno spettacolo eccezionale fuori programma, ma – rovescio della medaglia – chi era responsabile dell’ordine pubblico aveva il suo gran daffare nell’organizzazione, per prevenire i possibili rischi o pericoli che l’evento poteva comportare. A Tortona, da sempre al centro di primari percorsi commerciali o militari, nel corso della storia hanno sfilato (con un lunghissimo seguito) principi, re, imperatori, papi… ed oggi i ciclisti. E quest’anno è stata la volta anche del Tour de France a passare per Tortona. Ieri incombeva la minaccia di imprevisti per chi si metteva in viaggio, con i trasferimenti molto lenti e difficoltosi, oggi, al contrario il pericolo può essere l’eccessiva velocità. Di solito erano le superiori autorità che comunicavano agli amministratori locali l’imminente arrivo o il passaggio di qualche grande personaggio. E allora, appena ricevuta l’informazione dagli alti comandi, non restava che rimboccarsi le maniche… e via! Occorreva sbrigarsi, perché di solito i tempi a disposizione per soddisfare le richieste erano molto ristretti. Il primo controllo allora riguardava lo stato delle strade, cui si aggiungeva l’attraversamento dello Scrivia, dove fino al tempo di Napoleone (1808), non era disponibile alcun ponte fisso. E poi non mancavano le condizioni meteo sfavorevoli che aggravavano la situazione, come documentato nei nostri archivi. Casi del genere erano molto frequenti. La sera del 21 luglio 1786 era annunciato il passaggio dei sovrani del Regno della Due Sicilie. Alle autorità amministrative di Tortona veniva raccomandato di compiere minuti controlli e provvedere a riparazioni non solo delle strade, ma anche all’alveo dello Scrivia, dove doveva essere tracciata, se necessario, la strada per il più sicuro varco e sgombra di sassi. Se poi il passaggio fosse previsto di notte, il superamento del corso d’acqua potrebbe aver rappresentato più pesanti rischi. A tal fine, sarebbe stato necessario disporre in siti e distanze convenienti, 12 uomini con torchie [torce] a vento, accese finchè fosse stato compiuto il passaggio dei sovrani e loro numerosissimo seguito. Tali eventi si ripetevano assai frequentemente e – lato positivo – richiamavano sempre una numerosissima folla a godersi lo storico passaggio. E’ quanto avvenne il 6 maggio 1805, con il passaggio a Tortona di Napoleone e consorte. Provenivano da Alessandria (dove era stata loro presentata una scenografica ricostruzione della battaglia di Marengo), ed erano diretti a Milano per la fastosissima cerimonia dell’incoronazione di Napoleone imperatore e re d’Italia.
Anche Tortona fu coinvolta nei festeggiamenti, che comportarono un enorme spreco di danaro pubblico che prosciugarono le già esangui casse comunali. Il grosso dei lavori stradali, dalla cascina della Pietra Bianca alla Capitania (8 km nel comune di Tortona) era già stato compiuto nei giorni precedenti, ma si doveva ancora controllare il ponte provvisorio sullo Scrivia e spargere la sabbia sulle contrade del transito. Ma per un evento così eccezionale si dovettero raccogliere giovani in uniforme per costituire la guardia civile a cavallo, organizzare postiglioni, vetturini e privati, assicurarsi la presenza dei traghettatori dello Scrivia con barche, erigere archi trionfali agli ingressi della città, e provvedere alla stampa su carta speciale di composizioni celebrative e all’acquisto di pane, salame e vino per la guardia nazionale alla Cascina della Pietra Bianca, in attesa dell’arrivo dell’imperatore e per l’acquisto di pane da distribuire ai poveri. Un elenco interminabile che ci dà un’idea abbastanza completa degli onori tributati a Napoleone. Da Napoleone ai tempi più vicini a noi. Il 2 maggio 1948 era in programma il passaggio a Tortona della Mille Miglia, la prestigiosa corsa automobilistica su strada. L’evento era molto atteso e avrebbe richiamato un eccezionale concorso di pubblico. Forse il meno soddisfatto, anzi il più preoccupato dovette essere stato il sindaco – laico – Mario Silla. “Che Dio ce la mandi buona!”, dovette aver esclamato quando gli comunicarono la notizia. Infatti data più infelice non poteva capitare. Quel giorno ricorreva la festa di Santa Croce. E il passaggio – a velocità molto elevata – della corsa era previsto proprio lungo la Via Circonvallazione (oggi Corso Romita), a lato di Piazza Milano, la sempre affollatissima Piazza dei baracconi, poi c’erano gli spazi riservati alle bancarelle della fiera. Sull’asfalto facevano ancora bella mostra di sé grosse buche a ricordarci la guerra finita da poco. Poi altro problema non meno serio era il reclutamento del personale addetto alla sicurezza e alla vigilanza. Mancavano ad esempio, le guardie campestri, impegnate alla ripartizione delle acque delle rogge per l’irrigazione dei prati attorno alla città. Grazie alla disponibilità (o forse alla precettazione) delle guardie civiche, ai dipendenti comunali ed ai volontari, andò tutto liscio.
Non accadde il minimo inconveniente, ed il sindaco Silla ricevette gli apprezzamenti degli organizzatori della Mille Miglia. E concludo con un pensiero al Tour, alla Francia, a Napoleone ed al nostro castello. Anzitutto un grazie sincero va alla società RCS, alla Regione Piemonte ed al Sindaco Federico Chiodi ed ai suoi collaboratori, per aver ‘inventato’ ed inserito nel prestigioso ‘Tour’ l’omaggio a Fausto Coppi con la breve deviazione sul castello (fino al Viale Fausto e Serse Coppi). Questo breve tratto di strada, secondo me, potrebbe avere un grande significato simbolico e storico. Il primo tratto della salita (è ancora Viale Vittorio Veneto) segnava una divisione tra la parte militare ‘sacra ed inviolabile’ del castello, mentre sul versante opposto, verso sud, si stendeva la ricca e panoramica campagna tortonese e ora anche una parte più recente dell’espansione della città (zona di Via Fornaci e oltre). Lassù tra i ruderi, che ci ricordano la passata grandezza, mi è parso di vedere aggirarsi l’ombra di Napoleone distruttore, mentre il passaggio dei corridori del Tour avrebbe rappresentato una simbolica e sportiva riconciliazione con la storia ed il nostro passato. E fortunatamente anche allora tutto si svolse senza imprevisti, tra due fittissime ali di folla plaudente.