Lo avevamo scritto due settimane fa commentando il risultato elettorale conseguito da Federico Chiodi. Da quel momento sono finiti i fiori e sono iniziate le spine. Prima delle elezioni i partiti della coalizione avevano tenuto diverse tumultuose riunioni per decidere la spartizione, legittima, delle poltrone sulla base di un assioma: FdI sarebbe stato il primo partito. Gli elettori hanno capovolto questo assioma ed il primo partito, a livello amministrativo, è Forza Italia.
Da qui le difficoltà a trovare un accordo che soddisfacesse tutti, soprattutto Fratelli d’Italia che doveva lasciare un posto. E qui il partito di Bottazzi e Calore non voleva cedere, ed anzi ha sempre cercato di ottenere due posti in giunta, facendo rientrare l’ex assessore Galvani, reduce da un insuccesso in Regione. Ma dalla sponda di Forza Italia questo “assessore in più” non andava bene, perché stando ai voti sarebbe spettato a loro, stabilito che Fratelli d’Italia aveva mantenuto, nonostante il non lusinghiero successo, la carica da vice sindaco. Trattative dure, lunghe, a tratti drammatiche con l’arrivo di responsabili provinciali e di neo assessori regionali del partito di “Giorgia”, ma alla fine Chiodi ha fatto valere, giustamente, la sua carica, forte della riconferma che i cittadini gli hanno voluto dare. La legge prevede per città come la nostra al massimo 5 assessori. Ebbene, il primo cittadino ha salomonicamente deciso di dare un assessore a ciascun partito della coalizione, nominando i candidati più votati dai cittadini. E così Anna Sgheiz, dopo 5 anni di buon lavoro in consiglio e di ottimo lavoro come assessore provinciale, Daniele Calore e Fabio Morreale sono stati nominati assessori. Unica eccezione quella di Forza Italia, perchè il più votato in assoluto, Giovanni Ferrari Cuniolo ha chiesto di essere riconfermato presidente del consiglio comunale, per cui il posto da assessore è toccato a Giordana Tramarin, unica neofita della giunta. In attesa che le acque si calmino e il quinto posto venga occupato, speriamo non da assessori esterni il che sarebbe il risultato di accordi partitici sempre poco chiari, ma da assessori scelti con le preferenze dagli elettori.