Cronaca del Tortonese – Edizione del 21.6.24

Isola Sant’Antonio: “La Isla” chiusa per 20 giorni per decisione della Questura

Nella mattinata di giovedì i carabinieri della Compagnia di Tortona ed il personale della Questura di Alessandria hanno dato esecuzione a un provvedimento di sospensione temporanea di licenza, della durata di 20 giorni, nei confronti del locale “La Isla”, sito ad Isola Sant’Antonio. Il 25 aprile scorso, si verificò una rissa, di cui demmo notizia a suo tempo, in cui erano state coinvolte una ventina di persone, quattro di queste, tutte con precedenti penali. Il locale il 14 giugno scorso, era stato anche teatro di un’aggressione subìta da due minori, già noti alle forze dell’ordine per reati analoghi che in quest’ultimo episodio riportavano ferite da arma da taglio. Nel 2023 era stato teatro anche di danneggiamenti diffusi alle autovetture in sosta, liti sfociate in alcuni casi in lesioni, oltre ad un paio di scippi.

Sale – Processo per l’omicidio di Norma Megardi: Luca Orlandi testimonia per otto ore

E’ proseguito in Corte d’Assise ad Alessandria il processo per l’omicidio dell’insegnante salese Norma Megardi trovata carbonizzata nella sua auto ad Isola Sant’Antonio il 20 giugno 2022. Sul banco dei testimoni è salito Luca Orlandi il 23enne accusato dell’omicidio, ascoltato per otto ore. Una testimonianza in cui Orlandi nega, non ricorda o si avvale della facoltà di non rispondere. Anzi accusa i carabinieri e i suoi ex legali di averlo convinto a confessare a suo dire un omicidio da lui non commesso. Sarebbe dunque stato costretto a dichiarare di aver ucciso la professoressa. Durante la testimonianza Orlandi ha dichiarato che con lei non ha mai parlato perchè sapeva chi fosse ma non la conosceva. Gli vengono rivolte domande sul capannone in cui si era sviluppato un incendio doloso, sui pozzi sabotati e sulle foto inviate da Orlandi sul cellulare della madre per cui lui si è difeso dicendo che il cellulare lo lasciava spesso incustodito: poteva essere stato chiunque ad inviarle. Non fa una piega neppure quando si passa alla visione dei messaggi su whatsapp durante una conversazione con la madre “adesso è all’inferno quella vacca: avrà avuto 90 anni, non doveva mica vivere ancora”. Quando i pm gli rivolgono domande sui genitori e sul nonno non risponde. La parte più consistente della testimonianza riguarda il ribaltone fatto da Orlandi che prima confessa e poi ritratta. Lui ha dato la sua versione dei fatti “L’avvocato Bagnera mi disse che sarei presto stato arrestato e mi convinse a dichiararmi colpevole; lui con il collega Amisano mi dissero cosa avrei dovuto dichiarare ai carabinieri. Autoaccusandomi sarei andato ai domiciliari e a me interessava tornare presto a casa a svolgere il lavoro di agricoltore”. E Orlandi prosegue “forse il mio caso per loro era troppo difficile”. Vengono poi citate le intercettazioni ambientali in cui Orlandi comunica con la madre affermando di volersi togliere un peso dallo stomaco e lei che risponde “ti rendi conto di quello che hai fatto?”. Dopo la dichiarazione di colpevolezza risalente al 24 giugno vengono eseguite ricognizioni a Sale dove Luca avrebbe dato indicazioni sul delitto. Si arriva poi al 13 luglio quando subentra nella difesa di Luca un nuovo team di avvocati fra cui Wladimiro Meisina che fa precedere la ritrattazione da una lettera datata 27 giugno in cui l’accusato scrive dal carcere “non mi piace quello che mi hanno fatto, c’era un accordo con il gip, non c’erano prove e mi hanno fregato”. Poi sono seguite due settimane dopo le prime accuse ai carabinieri di Alessandria, ripetute in aula: “erano in dieci, mi fecero spogliare e mi spintonarono, il peggiore era Stanizzi, gridò che mi avrebbe fatto pisciare sotto dalla paura e mi avrebbero messo in cella con 5 o 6 marocchini”. L’imputato è tornato più volte sul complotto e sui maltrattamenti. Tanto che pm e parti civili si domandano perché Luca avendo un padre poliziotto, che a detta della madre se le cose si mettessero male si prenderebbe la colpa, non abbia raccontato prima questi fatti. La difesa ha poi presentato la testimonianza del medico legale triestino Paolo Fattorini sul sangue trovato sopra al lenzuolo giallo rinvenuto sulla Panda: “sì, il sangue apparteneva alla vittima, ci sono dubbi su quando quel sangue sarebbe finito lì ed il sedile sottostante non era sporco. Si sarebbero dovuti fare accertamenti che non sono stati fatti”.  Prossima udienza il 2 luglio.

Pontecurone – Preparativi e iniziative in attesa del Tour de France

L’evento è certamente storico: per la prima volta il mitico Tour passa da Pontecurone. La “grande boucle”, che si ripete ogni anno dal lontano 1903, passerà con tutta la sua lunghissima carovana, il 1° luglio in paese. L’ansia contagia tutti, soprattutto gli appassionati di ciclismo, che si impegnano per onorare la più famosa gara ciclistica della storia. E allora ecco la venuta il 5 giugno di Beppe Conti, famoso cronista di Rai Sport, opinionista televisivo e autore di numerose pubblicazioni legate al mondo del ciclismo in Sala polifunzionale “Giovanni Berri”, a presentare, per iniziativa della Biblioteca “S. Castelli”, il suo ultimo libro “Il giallo del Tour”, dopo aver parlato agli alunni di due quarte della scuola Primaria.

Ecco la mostra organizzata dalla locale e storica Associazione Ciclistica pontecuronese, che ha predisposto nelle adiacenze della Sala un’esposizione di cimeli, tra cui una maglia del grande Fausto Coppi e di biciclette di varie epoche. Addobbi di fattura artigianale (fiori e biciclette di legno) hanno illuminato di giallo la Sala, dominata dal grande logo pontecuronese del Tour ideato dall’artista Fabrizio Falchetto. Ecco l’arrivo di Faustino Coppi, grande amico di Beppe Conti. Ecco un noto falegname del paese, che sta preparando un gran numero di biciclette rigorosamente gialle, in omaggio al Tour. Ecco l’impegno di un gruppo di gentili signore del paese, che si sono ritrovate per molte volte di sera, a casa della prof. Callegari, per confezionare centinaia di fiorelloni di carta crespa gialla, che andranno ad addobbare la via Emilia del paese, insieme a bandierine e a stendardi creati appositamente per l’evento. Ecco lo straordinario allestimento da parte della prof. Lucia Conti di un quadro gigantesco, che verrà posizionato nel campo della Filatura all’ingresso del paese, raffigurante un enorme don Orione in bicicletta. Ecco la domanda ansiosa che si ripete in paese da qualche giorno: i lavori della rotonda per Voghera saranno finiti in tempo per il passaggio del Tour? Ed ecco il sindaco Valentino, che rassicura i più preoccupati, garantendo la conclusione dei lavori in vista dello storico passaggio.

Carezzano ricorda i 5 Martiri del 21 giugno 1944

Venerdì 21 giugno alle 10 in strada dei Boschi verrà ricordato l’80° anniversario dell’eccidio dei 5 Martiri avvenuto in regione Acquabella il 21 giugno 1944 con la benedizione del cippo commemorativo. Di seguito pubblichiamo uno scritto dello storico Eraldo Canegallo sulla vicenda. Nella notte tra il 19 e il 20 giugno 1944, in regione Acquabella del comune di Carezzano, fu ucciso in uno scontro con partigiani il maresciallo tedesco di artiglieria Helmut Möller, comandante del vicino deposito munizioni, denominato popolarmente “La Polveriera”. Era l’unico tedesco del deposito munizioni, ai suoi ordini vi erano dei militi italiani della Guardia nazionale repubblicana, che svolgevano attività di sorveglianza.

Le tombe dei Cinque Martiri nel cimitero monumentale di Torino indicate dalle frecce

Con l’inizio della lotta armata contro i tedeschi, la polveriera di Carezzano, per la sua collocazione in una zona ancora collinare, per il suo relativo isolamento dai centri abitati e per la consistenza del materiale bellico depositato nelle numerose baracche, aveva attirato l’attenzione dei gruppi partigiani, carenti di armi e di munizioni. Nella polveriera lavoravano uomini dei paesi vicini che conoscevano il territorio circostante, la disposizione della rete di cinta e i suoi  punti deboli. Alcuni di questi uomini, con il  tacito accordo degli altri, avevano più volte aiutato i partigiani ad entrare clandestinamente nel perimetro della polveriera per prelevare  munizioni. In questi eventi i partigiani dovevano aver avuto la complicità anche dei militi della Gnr, che infatti nella notte stessa dell’uccisione del maresciallo tedesco disertarono tutti e alcuni di essi entrarono nelle formazioni partigiane. Alle ore 7,30 del mattino del 20 giugno degli operai che si erano recati al lavoro nella polveriera, non trovando nessuno, avvisarono il maresciallo italiano che comandava la Gnr, alloggiato in una casa poco distante. Il maresciallo italiano, rinvenuto il cadavere del sottufficiale tedesco nei pressi di un casolare in cui questi abitava, ed essendo stata messa fuori uso dai partigiani la linea telefonica della polveriera, inviò una persona del luogo alla caserma di Villalvernia perché fosse dato l’allarme alla questura di Alessandria e alle altre autorità. Il 20 giugno Carezzano Maggiore fu investito dalla presenza minacciosa di militi della Repubblica sociale, capitanati dal questore di Alessandria, che passando lungo le vie intimorirono con grida la popolazione, minacciando fucilazioni e l’incendio delle case. Il meccanismo della rappresaglia tedesca si attivò con celerità. Lo stesso 20 giugno viene consegnato a un commissario aggiunto di polizia della questura di Alessandria un promemoria scritto a mano in cui è detto che per ordine del questore dovrà trovarsi l’indomani mattina, 21 giugno, alle ore otto con dodici agenti di Pubblica Sicurezza e un sottufficiale per partire in torpedone alla volta di Carezzano L’appunto manoscritto dà disposizioni per la rappresaglia: Alle ore 10, sulla piazza principale del Comune saranno passati per le armi 4 ribelli; la fucilazione sarà eseguita da militari germanici. Le forze di polizia dovranno curare, mediante piantonamento, che le salme rimangano sul posto sino alle ore 22, ora in cui il Podestà dovrà curare il trasporto al cimitero e l’inumazione. I tedeschi infine decisero di fucilare il 21 giugno cinque ostaggi provenienti da una località imprecisata e rimasti ignoti. Ricorda un persona di Carezzano, allora molto giovane: – Ce n’era uno giovanissimo, avrà avuto forse diciotto anni, dicono quelli che li hanno visti fucilare. Li hanno fucilati alla cascina Luvòt e poi li hanno messi in una fossa comune. Quel mattino, informato riservatamente di cosa stesse per succedere, accorse anche il parroco Don Ridella per dare assistenza religiosa a cinque giovani, ma gli fu impedito rudemente di avvicinarli. Il commissario aggiunto scrisse al rientro ad Alessandria una sua relazione: Alle ore 9,30 circa di ieri, sul posto dove venne commesso il delitto del Maresciallo Möller, e non alle ore 10 sulla piazza principale del Comune, sono stati passati per le armi da militari comandati da un Ufficiale Germanico cinque ribelli. L’esecuzione è stata eseguita personalmente dall’ufficiale, mediante un colpo ciascuno di pistola alla nuca. Per ordine dello stesso ufficiale i cadaveri sono stati inumati in una fossa scavata sul posto alle ore 18 del giorno stesso, e tenuti esposti al pubblico fino a quell’ora. Alla fine del conflitto una relazione della questura di Alessandria indicava nel tenete delle SS Langen l’esecutore materiale dei cinque ostaggi. A costui furono in seguito imputati diversi eccidi nella province di Cuneo e di Torino (200 persone torturate ed uccise). Si veda: M. Franzinelli, Le stragi nascoste, Milano, Mondadori, 2003, p. 92. Tuttavia nessun procedimento a suo carico per questo eccidio fu mai istruito dalla Magistratura. Nel mese di maggio del 1945 le salme furono dissepolte e dopo un solenne funerale furono inumate nel cimitero di Carezzano Maggiore, da dove, il 16 giugno 1976, furono traslate al Campo della Gloria del Cimitero Monumentale di Torino. Riposano assieme ad altri 1.121 caduti per la Libertà.

Viguzzolo: record di presenze alla Straviguzzolo

Grande partecipazione per una Straviguzzolo da record (5,6 km) che si è tenuta domenica scorsa per le vie del paese, con ben 221 corridori e 40 camminatori. Nella gara femminile vince la campionessa Valeria Straneo dell’Azalai davanti a Benedetta Broggi e Carola Corradi mentre fra gli uomini 1º Gabriele Gagliardi, 2º Gabriele Rosselli, 3º Gianfranco Cucco. Nella gara per i più piccoli invece podio di famiglia con Arianna Lunardi 1ª fra le ragazze ed il fratello Samuele che vince fra i ragazzi.

D.M.

Molino dei Torti: bonifica oleodotto

Nel 2015 si ebbe una effrazione dolosa dell’oleodotto Sannazzaro – Genova Feglino nell’area agricola a sud est del paese e assieme ad Eni venne avviata la procedura di messa in sicurezza di emergenza con la realizzazione di una barriera idraulica. Nel 2020 si tenne la conferenza di servizi  in cui venne approvata la bozza del progetto di messa in sicurezza delle acque sotterranee che consiste nella realizzazione di 11 pozzi di emungimento, operazione ancora in corso. Lo scorso anno si tenne a settembre la prima seduta della conferenza di servizi per stabilire il progetto operativo di bonifica conclusasi con un progetto che prevede una durata complessiva di 52 mesi; l’amministrazione approva il progetto operativo di bonifica trasmesso da Eni in data 1 agosto 2023, dando atto che “sarà mantenuto attivo il sistema attualmente operativo quale intervento di messa in sicurezza operativa” disponendo nel contempo che l’Eni presti una garanzia finanziaria di 459.547 euro a favore del comune.