Approvato il bilancio della Fondazione Cr Tortona
Il 29 aprile scorso l’organo di indirizzo della Fondazione ha approvato il bilancio al 31 dicembre 2023. Dopo un 2022 particolarmente negativo, l’esercizio si è chiuso con un buon risultato. Ne abbiamo parlato con il presidente della Fondazione Pier Luigi Rognoni.
Il 2022 è stato senza alcun dubbio un anno eccezionale, non solo per la straordinaria e sincrona discesa dei mercati azionari e obbligazionari, ma per i numerosi elementi di incertezza che ha portato e porta tuttora con sé. Elementi di natura ciclica come l’inflazione divenuta oggi, dopo decenni, un fattore strutturale degli scenari di investimento, elementi di epocale novità come la rivoluzione legata alle applicazioni dell’intelligenza artificiale, ma soprattutto un contesto geo-politico in continua evoluzione, costellato da nuovi e a volte imprevedibili focolai di guerra. Anche lo scorso esercizio ha risentito, perlomeno fino al mese di ottobre, di questa situazione di grande incertezza, per poi terminare con un bimestre straordinariamente positivo. L’esercizio si è chiuso con un avanzo di 3,3 milioni di euro che il consiglio di amministrazione ha proposto di destinare per oltre un terzo a copertura del disavanzo dell’esercizio precedente, in parte a riserva obbligatoria per incrementare la dotazione patrimoniale della Fondazione, in parte al reintegro del fondo che consente di mantenere nel tempo l’equilibrio delle erogazioni e al fondo nazionale per il Volontariato e, per la quota residua (660.000 euro), a disposizione del consiglio per l’attività erogativa nel 2024. Oltre a questo risultato senza dubbio positivo e grazie ad un rendimento netto del patrimonio del 5,8%, abbiamo inoltre registrato un apprezzabile recupero del valore di alcuni investimenti particolarmente penalizzati nel 2022. Da un punto di vista più strettamente operativo, il consiglio ha portato quasi a compimento la modifica dell’architettura gestionale del patrimonio con la creazione di un fondo di investimento dedicato alla Fondazione che dovrebbe permetterci, quantomeno a livello di rappresentazione annua del risultato di gestione, di fronteggiare nel prossimo futuro i sempre più frequenti periodi di estrema volatilità dei mercati finanziari.
Mentre a livello di attività erogativa come è andato il 2023? Nel corso dell’esercizio la Fondazione ha erogato complessivamente 1,55 milioni di euro per il sostegno di 89 iniziative, di cui 8 realizzate direttamente dalla Fondazione e 81 attraverso il finanziamento di progetti presentati da enti e associazioni del territorio. Era prevedibile una contrazione delle risorse a disposizione per l’attività erogativa, ma siamo comunque riusciti a dare sostanziale continuità al nostro impegno a favore della comunità. Un dato sulla capacità di risposta della Fondazione ai bisogni che emergono dalla rete di istituzioni e associazioni del territorio: su 117 richieste di contributo presentate per la valutazione da parte del consiglio, 81 sono state finanziate almeno in quota parte, con un tasso di accoglimento vicino al 70%. Come negli anni scorsi l’attività della residenza sanitaria “Leandro Lisino” e dell’ambulatorio dentistico sociale, il potenziamento dell’offerta formativa dei nostri Istituti scolastici, le borse di studio ai più meritevoli, la mensa solidale “Carlo Boggio Sola”, la manutenzione del Parco del Castello, il sostegno alla pratica sportiva da parte dei più giovani, sono stati il cuore dell’attività erogativa della Fondazione. Senza dimenticare il supporto a decine di altre iniziative realizzate dalle istituzioni e dalle realtà associative di volontariato.
Per il 2024 è prevista qualche novità? Da alcuni mesi, grazie alla preziosa collaborazione dei componenti dell’organo di indirizzo dottor Costantino Girardengo e dottor Vincenzo Castella e del Cisa, in particolare nella persona della Direttrice dottoressa Maria Teresa Zambosco e della dr.ssa Francesca Musiari, sono state poste le basi per dare avvio al progetto “Prendersi cura dei caregiver” che si pone la finalità di offrire un aiuto concreto alle famiglie nelle quali un componente con decadimento cognitivo è assistito a domicilio. Il sostegno offerto attraverso questa iniziativa dovrebbe consentire, da una parte, di alleviare il peso del lavoro dei familiari che prestano assistenza e, dall’altra, di migliorare la qualità complessiva di vita del malato. Attraverso questa ulteriore iniziativa, la Fondazione rafforza ulteriormente la sua presenza nel sociale e nel sistema di welfare di comunità in sinergia con le istituzioni del territorio e la sua attenzione a chi si trova ad affrontare una situazione di disagio. Ma non solo. Pochi mesi fa, la Fondazione è risultata beneficiaria di un consistente lascito ad incremento del patrimonio dell’ente, finalizzato all’istituzione di una borsa di studio per la ricerca scientifica in campo medico da intitolare alla memoria della signora Natalina Tassara Guarco Setti. La legittimazione del nostro ente nell’ambito della comunità, la fiducia accordata da un benefattore rappresentano la più grande soddisfazione per chi è chiamato ad amministrare un patrimonio comune. Cercheremo di onorare nel migliore dei modi l’impegno assunto nei confronti della signora Lidia Guarco Setti, nella speranza di poter divenire un punto di riferimento per chi è intenzionato a lasciare la sua memoria nel tempo attraverso iniziative di utilità sociale. Vorrei concludere con un’altra importante novità. La Fondazione, dopo anni di ricerche, ha acquisito il dipinto “Il cammino dei lavoratori” di Giuseppe Pellizza, bozzetto che ha anticipato nella definitiva soluzione compositiva e accompagnato il pittore nella realizzazione de “Il Quarto Stato”, il suo grande capolavoro. Si tratta di un obiettivo lungamente inseguito che proietterà nuova luce e nuovo interesse sulla pinacoteca e su di un progetto culturale ormai di riconosciuta valenza internazionale. “Il cammino dei lavoratori” rappresenta un dono prezioso della Fondazione alla sua comunità, un patrimonio destinato a permanere nel tempo, un gesto d’amore che vorrei in qualche modo fosse accumunato, quanto meno dal punto di vista ideale, allo sforzo compiuto nel 1920 dalla comunità milanese che acquisì grazie a una sottoscrizione pubblica “Il Quarto Stato” divenuto oggi un’icona a livello mondiale e al gesto di un benefattore che nel 1986, dopo aver acquistato l’opera “Fiumana” di Pellizza, ne fece dono alla pinacoteca di Brera di Milano perché, come volle sottolineare, “non poteva essere un fatto privato, ma doveva essere messa a disposizione di tutti”.
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