Sabato 17 febbraio si è parlato di ambiente e logistica. Due argomenti attuali e caldi. All’incontro, moderato dalla senatrice Silvia Fregolent, sono intervenuti il senatore Enrico Borghi, Fabrizio Palenzona, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Walter Ganapini, membro onorario del Comitato Scientifico dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, Cesare Rossini presidente della Fondazione Slala, e il Ceo di Entsorga nonché candidato sindaco di Tortona, Gian Francesco Galanzino. Ha chiuso i lavori la senatrice Raffaella Paita.
Il tema della logistica non è certo nuovo per Tortona, città di confine che almeno da un secolo, a fortune alterne, ne sente parlare. Ciò che invece sta cambiando in questi anni è lo sguardo d’insieme, che, coordinando logistica, infrastrutture e sostenibilità, sta inserendo gli argomenti locali in un contesto molto più ampio, non solo europeo, ma mondiale. Il Tortonese, insieme a tutto il Basso Piemonte, sta vivendo un momento strategico importante, che occorre riconoscere e saper valorizzare, fuori da schematismi ideologici e posizioni manichee che in modo ingannevole ci possano portare a pensare che ambiente e logistica siano termini antitetici e che la direzione da prendere sia solo quella di una decrescita felice. Perché ogni momento che perdiamo nell’infrastrutturazione del nostro territorio è di fatto una perdita di competitività sulla scena internazionale. Proprio a questo proposito, Fabrizio Palenzona ha offerto un intervento d’ispirazione e anche di riflessione. Il presidente della Crt ha evidenziato l’importanza della politica per dare slancio alle infrastrutture, ora che Rivalta è stata lanciata come polo logistico.
“La politica deve dare la direzione – ha sottolineato Palenzona – e a Tortona è mancata la capacità di fare sistema”. Oggi per valutare la necessità di realizzare una grande opera, occorre inserirla nel giusto contesto sovranazionale: “Se il ponte di Messina serve a collegare Reggio Calabria a Messina, allora non serve. Ma se serve a collegare Messina all’Europa, bisogna farlo”, ha notato Palenzona, offrendo un efficace metro per misurare la bontà di un intervento infrastrutturale. Collegare il Mediterraneo all’Europa è indispensabile, anche perché “o siamo in Europa o siamo finiti” ha sottolineato. “Dobbiamo smetterla di fare discorsi ideologici, ma iniziare a fare discorsi che servano per rendere il nostro Paese più raggiungibile, più competitivo e anche con una migliore qualità di vita”. Per questo occorre la politica, oggi ostaggio del telefonino e dei sondaggi. “Perché la politica o guida o non serve” ha concluso Palenzona. Checco Galanzino ha portato la sua testimonianza di imprenditore, da 38 anni impegnato in progetti green, finalizzati a ridurre l’impatto umano sul pianeta. Galanzino ha esordito sottolineando come il suo lavoro, insieme a quello del suo socio, Pier Paolo Cella, sia un lavoro difficile. Fare l’imprenditore, infatti, richiede competenze antitetiche, “strabiche”: occorre infatti guardare lontano e saper realizzare vicino. Occorre visione e anche capacità di portare a terra progetti efficienti, realistici e realizzabili, in tempi rapidi. E qual è il rapporto di un imprenditore con la sostenibilità? “Quando si parla di sostenibilità si parla al futuro. La sostenibilità non è solo ambientale, ma ha prima di tutto a che fare con la capacità di un’azienda di continuare a produrre ricchezza e benessere lavorando, non per decreto. Solo continuando a produrre ricchezza un imprenditore, se è lungimirante, crea le condizioni per poterla ridistribuire a tutti gli stakeholder”.
Fino ad ora, il lavoro fatto sulla logistica è stato pazzesco, ha sottolineato Galanzino. Finalmente si è fatta massa critica, concentrando milioni di metri quadri in un’unica area. Un’aggregazione che, anche dal punto di vista ambientale, è ottimale. Galanzino ha lanciato quindi le sue 3 proposte per affrontare le sfide che il territorio ha di fronte per diventare più forte e competitivo. Prima di tutto creare una logistica socialmente sostenibile: non si può rischiare di morire per andare al lavoro o di uccidere qualcuno guidando. Occorrono dunque piste ciclabili e strade adeguate. La seconda proposta prevede di rinforzare l’idea di una logistica rispettosa dell’ambiente: la nostra logistica è già stata costruita in modo sostenibile, rispettando il Protocollo Slala. Ora bisogna fare qualcosa in più: bisogna renderla consapevole dell’impatto che sta producendo. Questo vuol dire calcolare l’impronta ambientale prodotta dai trasporti, magari anche compensarla, e vendere così trasporti più sostenibili, con km certificati. Ciò ci offrirebbe ulteriore vantaggi competitivi rispetto a Rotterdam e ai porti del Nord Europa. L’ultima proposta è far diventare Tortona capofila di una Cer, una Comunità Energetica Rinnovabile pronta a produrre almeno 10 Megawatt di energia pulita a km zero, per alleggerire le bollette dei cittadini, soprattutto i meno abbienti, ma anche per attrarre nuove imprese, rendendo l’intero territorio più competitivo. Alla Cer potranno aderire non solo enti e aziende, ma anche attività commerciali, cittadini e chiunque si voglia alleare per costruire e gestire in autonomia impianti di energia verde. Produrre energia dove la si consuma, installando per esempio impianti fotovoltaici su tetti di immobili comunali o proprietà private, ma anche su terreni in disuso o aree industriali inutilizzate, non solo riduce i costi in bolletta – fino a dimezzarla, sostiene Galanzino – ma anche le emissioni di CO2 e gli sprechi energetici. Un’opportunità concreta e facilmente realizzabile, per rendere Tortona città campione della transizione ecologica. Più bella, attraente e “sexy”, come ama ripetere spesso Galanzino. Una città dove sia desiderabile vivere, viaggiare, investire. “Con interventi tattici e di breve respiro non andiamo lontano – ha terminato Galanzino – Tortona può diventare un traino dell’economia sostenibile, ma deve guardare lontano, almeno a dieci anni”.