Intervista al primario di Urologia di Novi Ligure Montefiore
Novembre è il mese dedicato alla prevenzione maschile, principalmente prevenzione al tumore alla prostata, alla vescica e al testicolo. Abbiamo così voluto avvicinare il dottor Franco Montefiore, primario di urologia un tempo, ahimè lontano, a Tortona ed ora a Novi Ligure.
Dottore iniziamo con qualche cifra: quanti ricoveri nel suo reparto coinvolgono malati con tumori? E quanti sono alla prostata, o alla vescica o al testicolo? Presso la nostra struttura di urologia su oltre 1.000 ricoveri all’anno le neoplasie dell’apparato urogenitale rappresentano circa il 70%. Prevalentemente si tratta di tumori della vescica, prostata, reni (90%) e testicolo (10%).
Quale è l’esito di questi tumori? Insomma, ci si può salvare? Grazie alla continua evoluzione scientifica, clinica e tecnologica anche la maggior parte delle neoplasie nell’ambito urologico non rappresentano più malattie incurabili in quanto le probabilità di guarigione possono andare dal 10/15% al 90%.
Un passo indietro: come fare per prevenire l’insorgere di questa malattia? Questi risultati possono essere ancora migliorati con l’acquisizione, anche da parte degli uomini, della cultura della prevenzione che ancora oggi è deficitaria rispetto alla donna che fin da giovanissima, nella maggior parte dei casi, si reca regolarmente dal ginecologo. Ancora troppe volte gli uomini si recano dall’urologo solo tardivamente il più delle volte in presenza di una patologia già conclamata. In materia di prevenzione maschile risultano fondamentali 5 punti: 1) check-up urologico, 2) diagnosi precoce, 3) stile di vita, 4) età, 5) informazione. La visita urologica rappresenta il primo passo per poter identificare precocemente i tumori più frequenti come il tumore della prostata e della vescica ma anche meno frequenti come il tumore del testicolo. Già dai 18 anni sarebbe opportuno iniziare una prevenzione uro-andrologica che può insegnare al giovane una autopalpazione del testicolo per prevenire tumori o conoscere segnali d’allarme che possono influenzare negativamente la fertilità (varicoceli, prostatiti …), la sfera sessuale e la salute in generale senza tralasciare l’informazione su un corretto stile di vita. Dopo i 45/50 anni almeno una volta l’anno sarebbe opportuno sottoporsi a visita urologica in caso di comparsa di sintomi come difficoltà ad urinare, riscontro di sangue nelle urine o in soggetti con familiarità per neoplasia prostatica. Spesso l’urologo associa alla visita il dosaggio del Psa che è indice di salute prostatica e eventualmente l’ecografia. L’uomo deve necessariamente liberarsi della reticenza che gli impedisce di effettuare la visita urologica con l’esplorazione rettale o solo il dosaggio del Psa perché ciò lo espone ad un rischio più alto di diagnosi tardiva di neoplasia.
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