E’ arrivato l’inverno a palazzo comunale. Dopo alcuni mesi di pratica, i nuovi assessori hanno preso forza e iniziano a farsi sentire. Nascono così le prime diatribe, i primi scontri, sia tra appartenenti allo stesso partito che di partito diverso. Insomma una coalizione che fatica a partire, affaticata soprattutto, ora, dalla presenza di un capo di gabinetto che anche gli stessi “compagni” di partito considerano ingombrante. Galvani si è subito fatto sentire all’interno della coalizione, forte anche di 5 anni di assessore e di esperienza nel suo ex assessorato.
Ma non sapendo bene quali sono le prerogative ed i compiti di un capo di gabinetto nessuno, Chiodi in testa, sa come contrastarlo e tenerlo a freno. Si dice che intervenga spesso in giunta, che si impunti su alcune questioni, soprattutto quelle portate avanti da lui nei 5 anni precedenti, scontrandosi spesso con il vice sindaco Calore, divenuto il vero deus ex machina di FdI. Nell’altro partito in giunta, ovvero FI, le cose non vanno certo meglio. Giordana Tramarin, forte dei molti voti conquistati e con una grinta non di poco conto, si è scontrata più volte, così dicono le voci dei ben informati, con l’altra stella del partito, Vittoria Colacino, che è stata assessore a sua volta e sa come “gira la ruota”, e magari ha ancora qualche programma da portare a termine, o qualche sassolino da togliersi dalle scarpe. Meno problematico, a quanto pare, il rapporto tra il sindaco e la Sgheiz e tra questi e gli altri membri della giunta. Per ora, l’unico che gongola è veramente Fabio Morreale, che avrà perso la carica di vice sindaco, ma ha acquistato esperienza, credibilità, conoscenza della macchina comunale, acquisendo anche un po’ di diplomazia, che non guasta mai. Insomma in salita la ripartenza per il secondo mandato di Chiodi. Ma, attenzione, se Atene piange, Sparta non ride. Avete avuto modo, cari lettori, di avere percezione che in consiglio esiste anche una minoranza? Beati voi. A noi pare non pervenuta. Unica nota positiva, che speriamo valga a lungo, in città non abbiamo avuto scambi di slogan come “non avendo particolari diritti sindacali, sono a lavorare”; “sinistra al caviale” o “mai mangiato il caviale (male, ndr) ma è meglio dell’olio di ricino”. Quando la smetteranno sarà sempre troppo tardi.