Intervista al primario dottor Mario Dealessi
Sono passati pressochè due anni dalla ripartenza dell’attività a pieno regime della Medicina Interna di Tortona dopo il recente, triste periodo dedicato interamente al Covid ed a tutt’oggi abbiamo potuto vedere segni tangibili di una forte volontà di recuperare il tempo perduto e di rilanciare un’attività che rappresenta il fulcro di un ospedale su cui convergono bisogni e necessità a 360 gradi in tema di salute. Cardine di questi concetti è l’idea portante di una medicina pubblica aperta a tutti che sia in grado di dialogare con quella del territorio coinvolgendo risorse e strutture tanto vituperate ma sempre pronte a rispondere ai bisogni della popolazione.
Cioè? Una forte contraddizione riscontrata proprio in questi mesi di ripresa e di intenso lavoro è stata la grande disponibilità dimostrata dal personale sanitario (medico, infermieristico, amministrativo e dei servizi) espressa da numeri veramente notevoli di accessi ai vari servizi ed alcune veementi critiche per tale operato talora non suffragate da motivazioni concrete. Probabilmente l’effetto dei “medici eroi” è svanito alquanto in fretta mentre gli utenti del servizio sanitario si stanno concentrando sui propri bisogni e, talora, sulle proprie pretese. Senza peraltro dimenticare le effettive carenze in cui ci si trova ad operare all’interno della struttura pubblica (in primis di personale sanitario come quotidianamente ed opportunamente ci viene ricordato dagli organi di informazione).
Ma come si è raggiunto questi obiettivi? Venendo ad esaminare quanto di concreto è stato realizzato, la Medicina Interna ha ripreso ad operare a pieno regime: 32 letti sempre in piena occupazione con la necessità di garantire standard di efficienza richiesti dalla Regione e, pertanto, mantenendo degenze medie congrue. Malattie dell’apparato respiratorio, cardiovascolare, delle complicanze metaboliche tipiche dell’invecchiamento, delle patologie degenerative: sempre quadri clinici complessi che richiedono impegno e competenza. E sovente anche collaborazione con le strutture ospedaliere ed universitarie che necessitano di un appoggio strutturale per loro stessa carenza di posti letto. Tutto questo facendo fronte alle esigenze di una popolazione con età media elevata in cui le patologie organiche sovente si sovrappongono alle difficoltà di gestione domiciliare da parte delle famiglie. Elemento di grande rilievo, come accennato inizialmente, è stata la volontà di collaborazione con i medici di famiglia con cui si è stabilito un filo diretto che permette una stretta condivisione delle varie casistiche ed un più agevole accesso dei pazienti alle nostre strutture. Questa collaborazione sarà sempre più importante per le finalità di servizio ai cittadini ed occorre ringraziare la disponibilità dei medici del territorio che stanno rispondendo con entusiasmo. Altra importante collaborazione quella con le chirurgie del nostro ospedale (ortopedia sugli scudi per il lavoro in costante crescita e non solo in termini numerici e chirurgia generale in attesa della tecnica robotica): da sempre caratteristica fondante del lavoro sanitario ma a Tortona questa sinergia ha confermato essere facente parte di una cultura del lavoro ben radicata. La stessa sinergia si è registrata con i servizi essenziali: laboratorio analisi con una microbiologia che rappresenta l’asse portante di tutta l’Asl, la radiologia, il servizio trasfusionale, la riabilitazione che ha avviato questo nuovo servizio di eccellenza con la formula sperimentale di servizio affidato a società privata.
E il pronto soccorso? Del pronto soccorso si è molto parlato perché è stato oggetto di discussioni e critiche talvolta feroci: tuttavia l’attuale organizzazione – anch’essa in co-gestione con una società esterna ma con la supervisione e l’incorporazione nell’ambito della stessa medicina interna – sta documentando numeri veramente importanti di accessi e prestazioni qualitative molto spesso oggetto di elogi.
Uno sguardo ai vari servizi. Oltre all’attività di base la medicina interna ha attivato una serie di servizi che sta mettendo al servizio della comunità: •un ambulatorio di ematologia in collaborazione con la Divisione di eccellenza di Alessandria: un primo filtro per la diagnosi di malattie ematologiche che precedentemente veniva espletato fuori regione; •un ambulatorio di diagnostica vascolare non invasiva: programmare un ecodoppler degli arti o dei tronchi sovraaortici era diventato un esercizio di puro equilibrismo anche per la complessità e l’importanza di tale diagnostica. Tale attività, già presente nel periodo pre-Covid, è stata pianificata ed implementata in modo organico; •un ambulatorio di diabetologia ospedaliera dedicato ai pazienti ricoverati e dimessi. Uno strumento in più per fare fronte ad una richiesta sempre maggiore da parte di una grande popolazione; •un ambulatorio di prevenzione cardiovascolare anch’esso già attivo prima del 2020 ma confermato ed implementato con la diagnostica del monitoraggio pressorio circadiano; •un ambulatorio di epatologia già attivo da decenni ma ripristinato per le esigenze di una popolazione estremamente eterogenea; •un ambulatorio di malattie Rare: un servizio in sinergia con la Regione ed attivo su tutta l’Asl. Altro impegno è rivolto alla formazione: annualmente organizziamo un convegno di aggiornamento scientifico rivolto ai medici ospedalieri e di famiglia in collaborazione con docenti universitari. Anche quest’anno l’appuntamento sarà il 26 ottobre nella prestigiosa sala convegni della Fondazione Cr Tortona. Come si evince l’attività della Medicina Interna è alquanto intensa e proiettata ad un futuro sempre più aperto alla popolazione. La speranza è che arrivino forze nuove ed in tal senso l’A-zienda ha indetto concorsi sia per medici che per personale infermieristico ed oss.