Don Orione racconta l’acquisto della prima casa di San Bernardino


In occasione della festività della Madonna della Guardia, così sentita in città e particolarmente nel quartiere di San Bernardino, desideriamo pubblicare questo articolo di don Flavio Peloso, settimo superiore generale dell’Opera di don Orione, che ricorda l’acquisto della prima casa nel quartiere da parte del Santo. L’acquisto della prima Casa di San Bernardino a Tortona è un fatto fondamentale nella vita di Don Orione e della Piccola Opera della Divina Provvidenza. Tutti lo conosciamo. È un fioretto da vite di santi oppure hai il verismo dei fatti? Come sono andate esattamente le cose? Ascoltiamo come Don Orione stesso l’ha raccontato. Il testo è ricostruito da due fonti tra le più antiche, quando Don Orione aveva i ricordi più precisi. Nei tanti racconti successivi ci sono varianti e aggiunte.

«Ricordo, 25 anni fa, il giorno dell’Addolorata, andai dal Vescovo per chiedere il permesso di raccogliere i ragazzi che venivano rifiutati dal Seminario di Stazzano, per mancanza di locali. Non avevo proprio danaro: mi dovetti far prestare otto soldi, da un mio compagno chierico, che ora è professore e fa scuola ai nostri chierici, dico otto soldi, per andarmi a far fare la barba, per presentarmi al Vescovo. Quel chierico è stato il mio primo benefattore, perché non li ha più voluti. Ebbene, presentatomi al Vescovo, chiesi il permesso di raccogliere questi ragazzi e la sua benedizione. Monsignore mi diede subito il permesso dicendomi: “Purché non mi chiedi dei soldi, di benedizioni te ne do finché ne vuoi”. Ed io soldi non gliene ho mai chiesti, né Lui me ne ha mai dati. Ricordo ancora che mi posò tutte e due le sue mani sulla testa. Ed io, pieno di entusiasmo, scesi la scala. Uscendo dal Vescovo andavo chiedendomi: Da che parte vado? Verso destra o verso sinistra? Verso Novi o verso Voghera? Mi volsi verso destra, verso San Bernardino. Qui vicino incontrai un ragazzo, quel Domenico Stassano che voi conoscete, che è il padrone dell’orto vicino, e vedendomi mi chiese:  – “Dove va?”. – “Vado a cercare una Casa per mettere su un Collegio”. – “C’è qui la casa di mio zio morto che è vuota, venga da mio padre, parli con lui”. E trovai questa casa, che aveva la chiesa vicina. Non c’erano fittavoli, mi parve adatta. Infatti andai da suo padre che era lì nell’orto e chiesi questa casa in affitto. Lui mi disse:  – “Ben volentieri, ma ci vogliono 400 lire”. E soggiunse: – “Me l’hanno già chiesta altri, se la paga entro 8 giorni è sua, se no la do via”. Il proprietario faceva delle difficoltà ad affittare ad un chierico povero come me. Quel poveretto non si fidava e mi disse: vi do la casa, se mi portate i soldi entro una settimana, se no niente! La casa dunque c’era, non l’avevo neppur visitata, ma come fare? Io soldi non ne avevo, figuratevi che prendevo 12 lire al mese e 6 le spendevo per mantenere un chierico in Seminario e le altre 6 mi servivano per mangiare.  Mentre andavo a Tortona incontrai una gobbetta, la serva di un prete, che mi conosceva; tante volte io andavo a mettere la pace fra lei e il prete, perché si litigavano. – “Dove va?”, mi disse.  – “Sapete? Ho un collegio per quelli che si vogliono far preti”. “Davvero? E allora le do mio nipote che si vuol far prete. Chissà, quanto vorrà?”. – “Ma io prendo quel che mi date”. – “Io ho 400 lire nella mia cassa, se bastano… e poi la pulizia gliela la farò io”. – “Ma sì, datemi le 400 lire”. Poi andò a prendere le 400 lire. Io prendo le 400 lire e via a San Bernardino a pagare l’affitto della casa. Alla distanza di un’ora consegnavo le 400 lire a quell’uomo dicendogli: la Provvidenza c’è! E quell’uomo mi dette la casa e i suoi due figli. Intanto che io ritorno a Tortona, trovo il sacrestano del Duomo che mi dice che il Vescovo mi cercava da un’ora e che vada presto da lui. Io corro dal Vescovo e lo trovo che passeggia su e giù per lo scalone e subito mi disse: – “Sai, ti tolgo tutti i permessi che ti ho dato. Ci vuol altro che la Provvidenza! Dove sei stato in questo tempo che non ti trovavo?”. Io ho raccontato tutto, e allora mi ha dato ancora la sua benedizione. E così è cominciata la casa. E don Orione concluse questo episodio raccomandando alle suore: “Abbiate fiducia, abbiate fiducia! Vi diranno che è una Congregazione povera, che chi sa come finirà, che vi è disordine, che non vi si capisce niente. Tutto quello che sentirete dire, non ascoltate, non dovete perdervi di fede. Abbiate fiducia nella Divina Provvidenza, confidate nella Vergine; la vostra Congregazione arriverà a buon termine, quello che noi non faremo in 100 anni, il Signore lo farà in un giorno; non abbiate premura».