Solo l’opzione zero (nessuna pala) può preservare i crinali dalla devastazione 

Intervento del Comitato per il territorio delle 4 province

Ha sollevato e solleva ancora molto scalpore l’esito della “valutazione di incidenza” svolta dall’ente che gestisce la zona di protezione speciale “Ebro-Chiappo”, i 364 ettari di versanti d’alta quota nei comuni di Cabella e di Fabbrica tutelati dalla “direttiva Uccelli” dell’Unione Europea, proprio nel cuore del territorio interessato dal progetto di impianto eolico industriale “monte Giarolo”. Svolta l’istruttoria, l’ente ha espresso un parere positivo condizionato ad una serie di prescrizioni, tra cui l’eliminazione di 8 dei 20 aerogeneratori previsti.

È possibile che le logiche e le forme del procedimento di valutazione non consentissero conclusioni più nette, e su questo non ci sentiamo di esprimerci.  Ma, seppure le osservazioni e le analisi svolte nella relazione siano ampiamente condivisibili e in parte coincidano con le nostre, quelle stesse conclusioni ci appaiono del tutto inaccettabili. Lo ribadiamo: per noi solo l’opzione zero, ossia nessun aerogeneratore, può assicurare l’integrità dei nostri crinali per il presente e per gli anni a venire.  L’installazione anche di un solo aerogeneratore aprirebbe la strada all’effetto proliferazione, ben noto, ed esporrebbe i nostri crinali, per gli anni a venire, a ulteriori richieste di nuove installazioni, con un processo di progressivo e inarrestabile degrado degli habitat che rappresentano l’eccellenza naturalistica del nostro territorio, un gravissimo impatto di sostanza e di immagine sulle produzioni locali identitarie (come ad esempio l’attività di pascolo collegata alla carne all’erba del Giarolo) e un colpo mortale al turismo escursionistico che, con centinaia di passaggi ogni anno, e in una prospettiva di continua crescita, rappresenta un importante volano economico del territorio oltre che un elemento di grande valore culturale ed educativo (si vedano le numerose iniziative svolte dal Cai e da altre realtà associative in collaborazione con il mondo della scuola). Siamo convinti e consapevoli di essere in sintonia con il sentire del territorio e con le posizioni dei suoi rappresentanti nelle istituzioni territoriali. Continueremo dunque il nostro lavoro con l’obiettivo finale di tutelare l’integrità dei nostri crinali. Intanto, per dimostrare in modo scientificamente rigoroso l’impatto dell’impianto sull’avifauna e in genere sugli habitat che compongono il delicato equilibrio ecologico dei nostri crinali, abbiamo già spedito al ministero un dettagliato testo di specifiche osservazioni naturalistiche redatto in collaborazione con la Lipu. Lunedì è stato pubblicato sul sito ministeriale ed è consultabile da tutti. Rinnoviamo l’invito a tutte le associazioni, agli abitanti e ai frequentatori del territorio delle valli Borbera, Curone e Staffora, a produrre e inviare al ministero dell’ambiente le proprie osservazioni (e molti lo stanno facendo): rappresentano un segnale forte per far capire meglio ai decisori del governo centrale che un parere positivo su questo scempio ambientale costituirebbe anche un vulnus democratico, una prevaricazione del volere di un intero territorio. Il 2 luglio scorso è comparso sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che obbliga ciascuna regione a definire entro 180 giorni le aree in cui collocare gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, seguendo le “linee guida” fissate dal governo. Ora spetta ai nostri rappresentanti in Regione stabilire l’idoneità o meno delle nostre aree montane all’installazione di impianti eolici: decretino una volta per tutte la non idoneità, e si dimostrino coerenti con le posizioni prese in periodo pre-elettorale.