Giorgia Merolli del Marconi finalista al concorso “I Giovani e le Scienze”
Giorgia Merolli, alunna della classe 4ªAS del Marconi con gli studenti Sofia Destro del Sobrero di Casale Monferrato e Andrea Venturelli del Fermi di Mantova, hanno lavorato, da ottobre, ad un progetto selezionato come finalista nella Fast (Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche): “I Giovani e le Scienze”, la cui fiera si è svolta nei giorni 16, 17 e 18 marzo a Milano. Giorgia Merolli è stata coinvolta dalla professoressa Nadia Semino.
Giorgia, in che cosa consiste il vostro progetto? Questo progetto è stato studiato con l’obiettivo di rendere più semplice la vita quotidiana delle persone che, sviluppando reazioni allergiche a metalli pesanti, sono limitate nell’alimentazione di base. Riteniamo che l’inclusione sia il punto di forza del nostro progetto. La finalità è quella di poter aiutare chi è affetto da queste problematiche di salute a vivere serenamente senza rischi sia nella quotidianità che nelle occasioni conviviali. Siamo inoltre consapevoli dell’impatto che i metalli pesanti hanno sull’ambiente e per questo vogliamo contribuire alla tutela dello stesso: la zeolite naturale (ndr: minerale di origine vulcanica che ha proprietà depuranti anche per il corpo umano, nello specifico per il tratto digerente) è il nostro alleato. Grazie a essa siamo stati in grado di rimuovere dal terreno coltivato e dalle acque di dilavamento i metalli pesanti come il nichel, il rame, il cadmio e il piombo utilizzandone una naturale e a basso costo. Com’è stato lavorare in team? Abbiamo condotto le nostre ricerche presso il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica di Alessandria e il Manto Circular Lab di Mantova. La collaborazione non è stata sempre semplice perché, essendo studenti appartenenti a tre istituti diversi, non sempre siamo riusciti a concordare giorni e tempi in cui poter realizzare il progetto ma con l’impegno abbiamo superato gli ostacoli. Che premio avete vinto? Il nostro progetto è stato selezionato tra i tanti giunti alla prima selezione, siamo arrivati alla fase finale tra 25 gruppi italiani. Durante la prima giornata siamo stati valutati da una giuria internazionale e spiegato il processo e i relativi risultati. Abbiamo aperto i nostri stand al pubblico e partecipato ad alcune conferenze organizzate per noi. C’era grande competitività ma anche un senso di profondo rispetto per i progetti presentati dagli altri nostri coetanei. La giornata di lunedì prevedeva le premiazioni e il nostro gruppo, con molta gioia, ha ottenuto un ottimo risultato. Siamo stati scelti per partecipare all’importantissima fiera espositiva internazionale Taiwan International Science Fair che si terrà il prossimo febbraio a Taiwan. Quali sono i progetti futuri? Nei mesi che verranno ci dedicheremo all’ampliamento del progetto cercando di renderlo ancora più preciso e dettagliato. Che cosa porti con te di questa esperienza? Ho sempre pensato di voler intraprendere una carriera in questo settore e questo progetto mi ha dato modo, lavorando sul campo, di capire che è esattamente ciò che vorrò fare nella vita. Ho visto che ci sono persone che lavorano perché credono che i ragazzi, attraverso le loro idee e le loro potenzialità, siano in grado di realizzare nel concreto innovazioni scientifiche e tecnologiche non solo ambiziose ma soprattutto utili. Sapere che qualcuno crede in te è una spinta motivazionale veramente importante. L’emozione di sapere che io e i miei compagni di squadra andremo in Asia a rappresentare il nostro Paese è indescrivibile. Questa opportunità mi ha fatto capire che attraverso il sacrificio e le capacità si possono raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati. Dedico, ancora una volta, un grazie di cuore alla mia tutor, la professoressa Nadia Semino, e a tutti gli altri insegnanti che ci hanno affiancato in questa splendida avventura perché, se loro non avessero creduto in noi, non saremmo arrivati fin qui.
La redazione del “Marconews”
Conferenze al Tortona B
Dare supporto e una guida a genitori e insegnanti per affrontare insieme le sfide del delicato periodo dell’adolescenza è l’obiettivo del secondo ciclo di conferenze, promosso dall’istituto comprensivo Tortona B. Le conferenze tematiche, tutte gratuite e aperte alla cittadinanza, inizieranno alle ore 20,30 e si terranno presso la palestra di piazzale Mossi. Giovedì 11 aprile: “Voce del verbo adolescere” a cura della dottoressa Giusy Cannizzaro, psicologa e psicoterapeuta, referente del progetto dell’istituto comprensivo Tortona B “Scuola in ascolto” finanziato dalla Fondazione Cr Tortona. La conferenza tratterà, con un costante riferimento alla narrazione che ne fanno i preadolescenti (quella raccolta dalla dottoressa Cannizzaro negli ultimi anni presso lo sportello d’ascolto dell’istituto comprensivo Tortona B ma anche dentro la stanza di psicoterapia), le principali sfide evolutive e i cambiamenti di questa età. Giovedì 9 maggio: “Il conflitto familiare e di genere” a cura degli avvocati di famiglia Lorenzo Bianchi e Chiara Caffarone e del Comandante della Compagnia Carabinieri di Tortona, Cap. Domenico Lavigna. I relatori affronteranno temi cruciali quali la percezione che i ragazzi hanno della violenza e del consenso, la posizione della donna nell’evoluzione legislativa, il conflitto e la violenza familiare con un approfondimento sui profili penali. Giovedì 23 maggio: “La maladolescenza, tra disagio e comportamenti a rischio”, a cura della dottoressa Giusy Cannizzaro che affronterà, alla luce della sua esperienza clinica con gli adolescenti, molte delle difficoltà che i ragazzi incontrano. In data ancora da destinarsi, è previsto un incontro con il dott. Andrea Cartotto, docente e divulgatore nell’ambito delle nuove tecnologie per la didattica, che toccherà nello specifico le problematiche connesse all’utilizzo esagerato dei social.
Gli studenti del Marconi nel cuore dell’Europa
Visita d’istruzione di più giorni, tra il 19 e il 22 marzo, per centoquaranta studenti del triennio delle due sedi dell’istituto Marconi, con tappe in tre diversi stati europei: in Svizzera, per ammirare le cascate del Reno, nella Germania bavarese, per visitare Monaco e Dachau, e infine in Austria, a Innsbruck, capoluogo del Tirolo. Nel raggio di poche centinaia di chilometri, la storia delle città mitteleuropee segnate dalle brutture dei totalitarismi si unisce alla natura di una delle regioni più varie del mondo, tra fiumi, laghi e vette alpine.
La gita infatti ha dato modo di gustare la bellezza della natura, aspetto predominante di tutto il percorso: le cascate del Reno, con i complessi giochi d’acqua e la loro imponenza, sono uno spettacolo “unico” da vertigine e hanno allietato il lungo viaggio di andata verso Monaco, la capitale della Baviera. Monaco è una città dove la tecnologia trova il suo spazio e si sposa con il verde della città, dando origine alle strutture olimpioniche e al museo show room Bmw Welt. Durante il soggiorno in Baviera visita al campo di concentramento di Dachau, il più longevo della barbarie nazista. Costruito a pochi mesi dell’insediamento di Hitler, ha funzionato ininterrottamente sino all’arrivo degli americani nel maggio del ’45. Ora è un museo a cielo aperto che mantiene viva la fiamma di tutte le anime spezzate dal regime nazista, lasciando come monito finale quello di non dimenticare ciò che è avvenuto perché non accada di nuovo. La piccola chicca di Innsbruck presenta invece la sua diversità nella varietà di lingue che compone la complessità culturale della popolazione tirolese, la quale sfoggia le sue tradizioni e il suo patriottismo in ogni occasione, mantenendosi comunque aperta all’incontro con gli altri popoli. Durante le serate, al termine di intense giornate di visita, sono state organizzate cene presso i locali tipici del posto; un momento di convivialità molto apprezzato, perché anche il cibo, come la storia e la natura, è un aspetto integrante della cultura di ogni civiltà.
Marco Canegallo, 5ªAA Chimica dei materiali e biotecnologie
Lucrezia Teti, 4ªAR Amministrazione Finanza e Marketing