I sindaci della Bassa Valle Scrivia sono stati ricevuti a Palazzo Ghilini, sede dell’amministrazione provinciale, per discutere dell’inquinamento delle acque. Il presidente Bussalino ha accolto la loro richiesta convocando alla riunione l’Asl con il responsabile del Sian dell’Asl e l’Arpa. Collegati i funzionari del settore ambiente della Regione Piemonte e il dottor Grassano che si occupa delle acque sotterranee. Al tavolo con il presidente Bussalino il direttore dell’Egato6 ovvero l’autorità d’ambito interessata al tema. “La nostra Asl, per prima in Piemonte, conduce da anni questo tipo di ricerca, i Pfas e i Pfoa nelle acque – dice il dr. Merlo – Dati che sono pubblicati sui siti istituzionali accessibili a tutti”. Ma come è facile pensare l’impennata dell’attenzione sulla qualità delle acque e l’inquinamento di esse si è registrata con la pubblicazione del report di Greenpeace che nei giorni scorsi ha presentato una serie di denunce in procura.
“Assistiamo anche al paradosso – dice sempre il dr. Merlo – che i limiti saranno stabiliti per legge non prima del gennaio 2026: già oggi li prendiamo come valori guida. Tra i paesi interessati si è intervenuti con il gestore per chiudere il pozzo di Alzano Scrivia: questo comune riceve l’acqua potabile attraverso il tubone direttamente dalla galleria di Tortona. Sono convinto che quando anche le altre autorità cercheranno i Pfas come facciamo noi saranno facilmente trovati. Tale inquinamento, attualmente per la letteratura disponibile, è riferibile a un livello di contaminazione ambientale di origine antropica che caratterizza le aree del mondo che subiscono il maggior impatto delle attività industriali. E in tal senso – conclude Merlo – la pianura Padana è una delle aree in Europa con maggior concentrazione industriale”. Il direttore dell’Egato6 ha assicurato l’attenzione dei gestori e un incremento delle analisi, confermato peraltro dall’ing. Grosso di Gestione Acqua anch’esso presente, e anticipato che qualsiasi tecnologia disponibile sul mercato per una riduzione alla fonte degli inquinanti sarà sperimentata nei comuni con i maggior valori. “Non si deve alimentare un allarmismo diffuso ma la presenza di queste sostanze inquinanti nelle nostre acque deve comunque innalzare il livello di attenzione da parte delle autorità preposte al controllo – ha ribadito il sindaco di Castelnuovo Scrivia Gianni Tagliani – Va incentivato il numero dei prelievi e il controllo di laboratorio pubblicando periodicamente le analisi sui siti istituzionali come abbiamo fatto a gennaio sul nostro. Ma, soprattutto, credo sia necessario istituire una task force composta da geologi, biologi, ingegneri e tecnici che si occupi di uno studio su larga scala sulle possibili cause dell’inquinamento. Sondando i terreni, prelevando l’acqua anche in territori non sospetti, vedi ad esempio la val Grue e la val Curone, caratterizzando il territorio. Perché le risposte alle analisi sono contrastanti. Se è vero che alcuni paesi sulla direttrice del Tanaro hanno riportato nelle analisi una forte presenza di inquinanti è altrettanto vero che ad Alluvioni, Sale, Isola sono praticamente vicini allo zero. E quindi non si comprendono questi livelli di inquinamento a macchia. Plastica, rifiuti, di tutto sotterrato negli anni ottanta? Su ogni territorio e in ogni circostanza? Può avere un nesso lo scempio che è stato fatto del nostro territorio utilizzando superfici immense per tombarle con ogni cosa? Ci sono intere zone in cui se si scava qualche metro esce di tutto: dai sacchi neri ai lavandini, dai fusti ai contenitori quando nessuno diceva niente e ciò rappresentava una pratica indiscussa dall’autorità. Intorno a noi ci sono quartieri sorti su terreno di riporto dove sotto si trova di tutto. Ora – conclude il sindaco – ci viene restituito il conto come accade spesso in natura?”.
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