Egr. Direttore, è opportuno fare chiarezza in merito all’articolo pubblicato la settimana scorsa che riprende il rapporto diffuso da Greenpeace Italia in merito alla presenza di sostanze inquinanti Pfoa e Pfas nel nostro territorio. Fare chiarezza in questo caso significa soprattutto evitare inutili allarmismi che le considerazioni che si evincono dal rapporto pubblicato possono generare. Innanzitutto va chiarito un aspetto importante: l’acqua che viene erogata in tutte le case a Tortona come altrove, viene costantemente monitorata con esami specifici da parte del gestore dei servizi idrici, nel nostro caso Gestione Acqua, e dall’Asl, che comunicano e pubblicano online i risultati.
Invito quindi a consultare i dati alla pagina aslal.it/monitoraggio-pfas-in-acque-potabili-2019-2023 per verificare quali siano questi esiti. Si cita il caso di Montecastello dove il sindaco ha disposto la sospensione dell’erogazione dell’acqua: in quel caso specifico i valori rilevati erano tali da richiedere il provvedimento adottato. Sospendere l’erogazione dell’acqua è una competenza dei sindaci sulla base di risultanze che vengono comunicate dagli enti preposti. Questo è quanto accaduto a Montecastello ed è un caso che non si è verificato né a Tortona né negli altri comuni della nostra zona citati dallo studio, come si può facilmente evincere dai dati pubblicati periodicamente dall’Asl. Attenzione però, la presenza di sostanze inquinanti sul territorio non va affatto sottovalutata, per questo motivo quando erano state riscontrate per la prima volta tracce di Pfas avevamo chiesto a Gestione Acqua di includere negli esami periodici sull’acqua la ricerca specifica di questi inquinanti, proprio allo scopo di tenere sempre monitorata la situazione. Nel rapporto di Greenpeace si parla di un prelievo di acqua in una non meglio precisata stazione di servizio nel territorio comunale di Tortona da cui sarebbe risultata presenza di Pfoa in concentrazioni pari a 19 nanogrammi per litro. Va fatta una precisazione: il limite previsto dal Decreto Legislativo 23 febbraio 2023 nr. 18 – allegato 1 “Requisiti minimi relativi ai valori di parametro utilizzati per valutare la qualità delle acque destinate al consumo umano”, prevede un valore di Pfas totale pari a 0,50 microgrammi per litro d’acqua (equivalenti a 500 nanogrammi per litro d’acqua) e un valore di 0,10 microgrammi per litro (e quindi 100 nanogrammi per litro) per quanto concerne la sommatoria di Pfas ritenute preoccupanti. Anche la rilevazione citata nel rapporto (19 nanogrammi per litro) conferma quindi una concentrazione ben al di sotto della soglia del rischio più cautelativa delle due sopra riportate, il cui superamento imporrebbe sicuramente, qualora rilevato dall’Asl, di prendere provvedimenti per la sospensione del servizio idrico. Come si diceva però, ciò non toglie che la presenza di questi inquinanti, imponga di tenere alta l’attenzione e per questo si riunirà la commissione consiliare ambiente (il 19 febbraio ndr) con la presenza di Gestione Acqua per fare il punto della situazione anche alla luce del report diffuso da Greenpeace. Va però rassicurata la popolazione sul fatto che allo stato attuale non vi sono elementi di preoccupazione e che l’acqua potabile erogata in città non risulta contaminata né pericolosa per la salute.