Il panettone di De Riso con l’uva di Renato Boveri

Concludiamo la rassegna delle valutazioni sulla vendemmia 2023 da parte dei principali produttori vinicoli del Tortonese con l’Azienda Renato Boveri Vignaiolo, di Monleale Alto attiva fin dal 1860. 

Nel riceverci ritroviamo con estrema gioia Renato, classe 1922, con alle spalle quasi 90 vendemmie. I suoi oltre 101 anni di età lo portano ad essere considerato il Patriarca dei Colli Tortonesi. Alla domanda: “Qual è il suo segreto per essere arrivato a tali traguardi?”. Lui ci risponde: “Cosa vuoi mai che ti dica, come tutti quelli che sono riusciti ad arrivare alla mia età è sempre merito di un po’ di fortuna e un po’ per le scelte di vita”, , poi sicuramente merito del tanto lavoro e aver trovato una moglie come Sonia, che fra pochi mesi arriverà anch’essa al coronamento di un secolo di vita, vissuta condividendo sforzi e fatiche sia in vigna che in cantina, ma soprattutto supportando in ogni sua forma una famiglia numerosa.

Fra tanti figli, Danilo, crescendo si è accollato oneri e doveri non solo aziendali. Quest’ultima vendemmia, ci spiega Danilo: ”In tanti anni di vita, non abbiamo mai fatto un raccolto uguale all’altro, ma questo non ci aveva mai spaventato, perché fa parte del dna del contadino. Purtroppo però, quello che non ci saremmo mai aspettati è il continuo e sempre più incisivo caldo, e la preoccupante mancanza di piogge e nevicate invernali che hanno messo in ginocchio numerosi settori agricoli. Penso che l’apice sia stato raggiunto dopo il repentino innalzamento delle temperature tra fine luglio e inizio agosto, che colpendo i vigneti più esposti, ci ha causato importanti carenze di produzione, soprattutto per quanto riguarda la nostra uva autoctona Timorasso. Quest’uva serve per fare il famoso “Vino Derthona”, che da oltre 20 anni è in cima alle classifiche per ricercatezza, rendendolo di fatto tra i pochi bianchi più importanti e rinomati al mondo. Anche in queste situazioni difficili, ove possibile, noi contadini tendiamo a guardare sempre al bicchiere mezzo pieno e in novembre, in occasione dell’evento itinerante in Campania, organizzato dal mio distributore nazionale Meteri, ne ho approfittato per esaltare questo nostro modus operandi. Quindi, dal momento che siamo stati ospiti alle pendici del Parco del Vesuvio, di cui fanno parte le più splendide e maestose ville barocche del famosissimo “Miglio d’Oro”, partendo da Villa Trabucco e altre ancora, sino ad arrivare nella Tenuta di Villa Guerra, sede del ristorante stellato Josè condotto dallo Chef Alberto Annarumma, tra i tanti il primo in Campania nell’aver voluto in carta i nostri vini, mi son detto: «perché non prendere due piccioni con una fava, cercando di valorizzare oltremodo anche il nostro comparto enoturistico territoriale creando una ulteriore rarità attrattiva?». Sapendo che a pochi passi abita il grande e pluripremiato mastro pasticcere Sal De Riso (più volte vincitore del miglior panettone artigianale d’Italia e non solo), ho pensato di fargli utilizzare una piccola parte d’uva Passa di Timorasso, così da creare un Panettone più unico che raro. Provocazione? No di certo, è solo per far capire quale debba essere la mentalità giusta per affrontare le sfide e le avversità in qualsiasi campo, cercando, dove possibile, di reinventarsi continuamente, perché un uomo o segue la vita che il destino gli ha messo davanti e con intelligenza riesce a dominarla, oppure se gli volta le spalle non riesce più a trovare neppure se stesso. Nonostante tutto non posso che ricordare quest’ultimo anno con gioia e più serenità, partendo sicuramente dalla felicità più grande per la guarigione di mia moglie Raffaella portando di riflesso tantissima positività sia al nostro marchio che ai nostri vini, che ormai sono entrati nelle cantine/caveau di molti ristoranti stellati, in un continuo crescendo di riconoscimenti e apprezzamenti non solo nazionali, europei, ma persino nella millenaria e ricercata cornice nipponica. Tutto questo è solo merito di tutti quelli che hanno creduto nel territorio, investendo speranze, fatica e denaro, nel perseguire quella che era agli albori solo una visione, ‘la Visione di Walter Massa’ e che ora sta già diventando storia, perché ricordiamoci che «un istante ripetuto nel tempo e con abnegazione, diventa eterno».