E’ passato un anno dalle elezioni politiche poco fortunate per il senatore Berutti. Facciamo con lui qualche riflessione sul futuro suo e della politica ai vari livelli.
Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato sul nostro giornale la notizia della sua nomina a coordinatore regionale di Noi Moderati il partito di Maurizio Lupi. Ci vuole spiegare? Noi Moderati è un partito che nasce dalla fusione di vari partiti dell’area centrista moderata, liberale, cattolica, socialista riformista, che trova la sua naturale collocazione nel perimetro di centro destra. Alle ultime politiche era nata una federazione di partiti finalizzata al momento elettorale, ma non poteva continuare un percorso di micro partiti senza una base ben strutturata. A quel punto Lupi e Toti hanno deciso di fondersi al fine di costruire un partito forte a livello nazionale, con Maurizio Lupi leader. Ma con l’obiettivo di creare un partito aperto e scalabile, basato su regole chiare e semplici della democrazia, tessere e congressi. Ci sono due gruppi parlamentari alla Camera e al Senato, amministratori sparsi per l’Italia e un partito che gradatamente si sta strutturando su tutta la penisola, isole comprese.
Quindi lei è il coordinatore regionale del Piemonte? Sì. Lo ha voluto Maurizio Lupi con l’avvallo dei vertici nazionali. L’obiettivo è tosto. Costruire il partito in Piemonte e nel contempo presentare la lista per le prossime regionali di giugno. Ci lavoreremo duramente e ce la faremo.
Lei si candiderà? Sì.
Come vede la ricandidatura di Cirio? Innanzitutto sembra abbia sciolto tutte le riserve e questa è una buona cosa. Cirio ha fatto bene senza se e senza ma, poi quando governi qualche criticità può esserci, ma non mi sembra che chi giudica provenga dall’infallibilità. La giunta Cirio ha operato con concretezza e attenzione. Non dimentichiamo che con il Covid ha dimostrato serietà e capacità. E in quei momenti non era facile prendere decisioni.
Voi quindi sarete della partita con gli altri partiti della coalizione? Sì assolutamente
E la Meloni? Sta facendo i miracoli (politicamente parlando). Ha ereditato una situazione post Covid dove, in quegli anni, era tutto permesso, compreso l’indebitamento scriteriato. Oggi inevitabilmente deve governare con prudenza e nel contempo riportare l’Italia al centro dei tavoli internazionali. Chi starnazza solitamente non ha mai governato neppure un condominio, o se lo ha fatto sono alla luce del sole i risultati.
Lei come vede la discussione sul ritorno all’elezione diretta nelle Province? Una follia ridurle come le hanno ridotte Renzi e Del Rio e ora se ne stanno accorgendo tutti, ma all’epoca l’anti politica e il delirio di onnipotenza hanno criminalizzato gli enti locali, al punto che si è creata una disaffezione sempre più forte verso tutta la politica, senza distinzione qualitativa. Fortunatamente ora si sta riapprezzando il lavoro dei sindaci e l’importanza che hanno sui territori, così come le Province prima della riforma di cui sopra.
A Tortona? Credo che Chiodi e la sua giunta abbiano fatto bene, non dimenticando il periodo Covid che ha compromesso la fase costruttiva di ogni amministrazione eletta nel 2019 o nel 2020. Fisiologicamente i primi due anni sono determinanti per operare e mettere a terra più progetti possibili e purtroppo quella fase fu molto critica per tutti.
Voi sosterrete Federico Chiodi? Certamente. Poi se il mio partito farà la lista valuteremo nelle prossime settimane.
I rapporti con gli alleati? Buoni, so, poi, che un partito nuovo solitamente dà fastidio (sorride), ma può essere utile. Per cui noi cerchiamo di essere dei buoni alleati, stiamo al nostro posto e cerchiamo di parlare ad una platea più ampia possibile, che magari oggi non vuole votare perchè un po’ delusa o disillusa. Siamo uno dei 4 partiti di governo e sediamo a tutti i tavoli ai vari livelli, convinti che, più l’offerta è ampia e qualitativa e più si possono avere numeri migliori per governare bene.