Dalla storia al Canzoniere Popolare Tortonese
Venerdì 10 novembre al Circolo di Lettura è stato presentato dal presidente della Pro Iulia Dertona, notaio Ottavio Pilotti, il 123° fascicolo della rivista storico culturale del sodalizio che tratta, tra gli altri argomenti, della Società Medico Chirurgica Tortonese che ha compiuto 70 anni, della mostra su Cristierna di Danimarca corredata da un inserto fotografico, un accurato lavoro del dottor Piero Bonadeo sui medici tortonesi, una lunga serie di pionieri della Medicina, dal primo conosciuto dai documenti Quirico de Augustis, nato a Tortona nel XV secolo, a Silvana Roveta, scomparsa nel 2022 e al suo lavoro “Il cancro della mammella” per finire con Renzo Granata deceduto per curare i malati di Covid.
Vi è poi il testo sui castelnovesi decorati nella Grande Guerra di Ernesto Stramesi, o quello sui nuovi documenti sulla chiesa di San Giacomo dei Templari e di San Giovanni dei Gerosolimitani di Fausto Miotti. La Iulia si chiude con dieci pagine di testo e foto a cura di Eliana Saonari “Turtona du dialât, èl viv, èl mort, sé ch’l’è?” di cui riportiamo il capitolo dal titolo “Perchè nasce il Canzoniere Popolare Tortonese?”: “Il nucleo storico del Canzoniere era formato dal cantante e musicista Giuliano Illiani, in arte Donatello, dal chitarrista e cantante Pietro Porta, dal chitarrista e fisarmonicista Alfio Contarino, dalla voce femminile Giancarla Guerra e dalla voce recitante Gino Bartalena, a cui in diversi spettacoli si aggiunsero Renzo Taverna (pittore e poeta dialettale) e alcuni giovani bravi, incuriositi dal progetto ma soprattutto innamorati della musica popolare. Vanno citati Stefano Gilardone, Gege Picollo, Roberto Arata, Stefano Guagnini, Matteo Crocetti, il violinista Vittorio Ciparelli, il chitarrista – mandolinista Mario Sturla, grande amico di Remo Panario, il fisarmonicista Michelino Ventura e il cantante Aldo Mauro. Questi giovani tortonesi, guidati da Angelo Anétra, a cui fu affidata la produzione effettiva di Cantà par no murì, respirando anche le influenze della musica contemporanea, decisero di scrivere testi dialettali e di vivere questa esperienza come una sorta di “scommessa di attualità”: l’operazione del Canzoniere si caratterizzò come l’estremo tentativo di saldare alla “Città”, in quanto comunità consapevole, le superstiti istanze di una cultura del popolo ancora copiosamente espresse da un’autonoma lingua dialettale. Spontaneo ed effimero, il tentativo riuscì, in quanto la Città spaesata lo accolse come una risposta concreta e gradevole alle proprie residue ansie di riconoscimento. Il loro tentativo risultò più che riuscito in quanto le canzoni, grazie all’aiuto dell’emittente radio locale RTL, si diffusero velocemente e ben presto furono vendute migliaia di audiocassette, soprattutto a quei Tortonesi che per vari motivi erano stati costretti a lasciare la loro città natale. La mitica esibizione durante la festa di Santa Croce del 1977 fu ripetuta anche l’anno successivo, quando le cronache del tempo raccontavano di decine e decine di cittadini in piedi».