Il 18 novembre del 2020, ovvero 3 anni fa, si svolse un’interessantissima assemblea del Cisa nel corso della quale si svolse un acceso dibattito sul rilancio dell’ospedale, portato avanti soprattutto dall’allora sindaco di Pontecurone Rino Feltri, e al termine venne siglato un lungo documento, all’unanimità ma senza l’approvazione di Feltri.
Il documento chiede “all’assessore competente l’apertura di un tavolo di confronto sulla situazione socio sanitaria del territorio. In particolare qualora non esista, come pare al momento, una qualsiasi strategia di investimenti per l’ospedale di Tortona che non sembra essere visto come prioritario nelle politiche sanitarie (i sindaci) propongono l’avvio di un confronto e di un tavolo tematico” elencando ben 12 argomenti. Il documento per il rilancio dell’ospedale si concludeva così: “I sindaci del Tortonese ritengono inoltre necessario ricordare quali siano i servizi e i potenziamenti minimi e indispensabili a restituire al presidio ospedaliero il ruolo di riferimento a tutela della salute dei cittadini residenti sull’intero territorio dei 40 comuni che fanno parte del nostro consorzio: 1) riclassificazione del pronto soccorso come Dea di I livello; 2) riapertura dei reparti di Cardiologia e Rianimazione (indispensabili per il Dea); 3) riapertura di Neurologia almeno come struttura semplice; 4) attivazione di un day hospital pediatrico a supporto dell’ambulatorio; 5) ampliamento degli orari degli ambulatori già presenti; 6) completamento ed apertura, nei tempi più brevi possibili, del nuovo reparto di Riabilitazione che da anni è stato previsto, ma non ancora realizzato; 7) aumento dell’organico in forza all’ospedale per garantire l’efficienza dei servizi attuali ed in numero adeguato al potenziamento richiesto”. Ebbene è evidente che in 3 anni poco o nulla (più nulla che poco per la verità) è stato fatto e che i desiderata dei sindaci sono rimasti lettera morta. Ora a noi piacerebbe comprendere perchè i primi cittadini hanno smesso di discutere e di parlare di questo argomento, che rimane di principale attualità, dimenticandosi completamente del problema e dei disagi che subiscono i loro amministrati. Ci piacerebbe che i sindaci ci spiegassero questa loro nuova posizione di completa sudditanza delle decisioni regionali, anche perche il prossimo anno si tornerà a votare, nella maggior parte de comuni del Tortonese, proprio per eleggere le nuove amministrazioni. Coraggio signori sindaci: perché dopo quel documento, nulla è stato fatto e perché non vi siete più riuniti per ostacolare la sordità della Regione alle nostre (e vostre) lamentele? Perchè dopo il 18 novembre 2020 c’è stato questo assordante silenzio da parte vostra, o una posizione di acquiescenza alle decisioni (sciagurate) della Regione? Lo chiediamo noi e lo chiedono migliaia di cittadini del Tortonese.
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