Intervista al neo presidente Confartigianato Tortona
La situazione economica del nostro Paese sta attraversando un periodo non facile, lo dicono le statistiche ed anche la percezione di ciascuno di noi. Per questo abbiamo avvicinato Fabio Tortonesi, da poco presidente della Confartigianato tortonese, per avere un quadro della situazione.
“Gestisco dal 1997 l’azienda che porta il cognome di famiglia, profondamente radicata nel territorio tortonese dal 1960 e sono sempre stato fortemente legato alla “Libera Artigiani”; ho accettato pertanto con entusiasmo il nuovo incarico di presidente come una nuova sfida, pur consapevole dell’impegno che ciò comporterà per un imprenditore artigiano come me. Tornando alla sua domanda, la situazione economica locale deve necessariamente essere inquadrata nel più ampio contesto politico-economico italiano in prospettiva 2024, che è caratterizzato da un mix di sfide e opportunità. L’economia italiana è ancora in una fase di ripresa incerta e intermittente, dopo la crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19, alla quale è seguita una robusta ripresa economica, purtroppo arrestata dal conseguente aumento sproporzionato dei costi di approvvigionamento delle materie prime dell’energia, dei carburanti e dei servizi essenziali, ulteriormente aggravati dagli effetti negativi della perdurante guerra in Ucraina. Nonostante la complessità del quadro economico e geopolitico, l’Italia ha un settore manifatturiero dinamico, una posizione geografica strategica, una bilancia commerciale dell’export attiva, una attrattività turistica in netta ripresa, che la rende un’importante partner per il commercio europeo ed internazionale. Inoltre, l’Italia ha completato rapidamente il programma di riposizionamento strategico delle proprie forniture energetiche, rendendosi completamente indipendente da quelle russe e sta facendo progressi nella transizione verso un’economia più sostenibile, con l’adozione di politiche per la riduzione delle emissioni di gas serra e l’uso di fonti di energia rinnovabile.
Tornando in un contesto locale, quanto la situazione da lei descritta ha influito sull’andamento economico ed occupazionale del nostro territorio? Non disponiamo di cifre certe, dato che il comparto artigiano è molto ampio ed eterogeneo, annoverando centinaia di attività diverse che vanno dalla manifattura, ai servizi, dai trasporti, alle costruzioni, costituite da piccole imprese da 1 fino a 22 addetti, con una media di 15 addetti, compresi i lavoratori autonomi titolari di partita Iva; le aziende rientranti in tali parametri aventi sede legale nella sola città di Tortona, risultavano essere circa un migliaio ad inizio anno corrente, su un totale di circa tremila, rappresentando la seconda città in provincia dopo Alessandria. Per darle un ordine di grandezza, nel 2022, l’intero comparto provinciale delle imprese artigiane risultanti iscritte presso la Camera di Commercio ammontava a 10.599, registrando una lieve flessione pari a circa il -2,2% rispetto all’anno precedente. Tale andamento rispecchia quello complessivo delle imprese ubicate in provincia di Alessandria, pari a 41.052, con una flessione complessiva pari a -2,8% fra il 2019 e il 2022.
Un quadro per alcuni aspetti preoccupante: i dati tendenziali da lei esposti rappresentano a suo giudizio una provincia in declino? Non proprio, i dati tendenziali vanno contestualizzati ed interpretati, rappresentando una situazione in continua evoluzione, che evidenzia certamente una soglia di attenzione, ma anche un’opportunità di cambiamento e di riposizionamento sul mercato, soprattutto da parte delle migliaia di piccole realtà locali che costituiscono il tessuto imprenditoriale diffuso del nostro territorio, oggi più di ieri la vera spina dorsale dell’economia locale, dopo la lenta ma inesorabile contrazione delle piccole e medie realtà industriali, che tanto hanno contribuito nel secondo dopoguerra allo sviluppo dell’economia alessandrina ed in particolare tortonese. Si pensi ai comparti autotrasporto, metalmeccanica e successivamente gomma-plastica, per citarne alcuni tra i più rappresentativi; tante aziende illustri che hanno fatto la storia industriale della nostra città, generando migliaia di posti di lavoro, ora chiuse o delocalizzate. Complessivamente la nostra provincia evidenzia maggiori difficoltà a recuperare competitività rispetto alla media regionale, così come evidenziato dalla indagine congiunturale relativa al 2° trimestre 2023. Anche gli indicatori relativi ai dati occupazionali rilevano un andamento positivo, sopratutto per le aziende maggiormante strutturate, pur permanendo trasversalmente una grande difficoltà a reperire sul mercato del lavoro le figure professionali ricercate, sia da formare che già qualificate. Sto vivendo tale situazione nella mia azienda, operante nel settore lavasecco e stireria con otto addetti, che vorrei aumentare al fine di garantire la qualità del servizio necessario per mantenere ed ampliare il mio portafoglio clienti.
In conclusione, le chiedo una sua previsione sul futuro del comparto artigiano tortonese: roseo, grigio o nero? Più che di una risposta da parte mia, preferisco parlare di scommessa: la scommessa che ciascun imprenditore deve essere in grado di accettare, assumendosi i relativi rischi, se vuole garantire una continuità alla propria azienda nei prossimi cinque anni e questo significa impegnarsi ad innovare, accrescere le proprie competenze digitali, ricercare ed esplorare nuove opportunità di mercato, curare maggiormente la qualità del servizio e dei propri prodotti, investire in tecnologia e formazione del personale, insomma, mantenere un approccio mentale dinamico e reattivo, evitando di percorrere la strada della conservazione e della rendita di posizione. Occorre invece imparare a governare il cambiamento, facendosi all’occorrenza aiutare in tale percorso di crescita dalla nostra associazione, in grado di esprimere eccellenti professionalità ed erogare molteplici servizi, dalla consulenza fiscale e del lavoro, alla sicurezza, al credito, alla formazione, all’energia, per citarne alcuni.