Intervista ad Olgher Merkaj
Dopo aver segnato 45 reti in 156 gare fra Serie D e Serie C Olgher Merkaj arriva al Derthona per un nuovo capitolo della sua carriera e per tentare di riportare in alto i leoni. Nato in Albania a Valona e cresciuto calcisticamente tra le fila della Sampdoria, disputa gli europei under 17 con la maglia delle aquile e gioca anche in Under 21 durante il periodo di militanza in C con il Tuttocuoio. Arriva in Italia all’eta di otto anni e con la sua famiglia si stabilisce a Torino. Dopo alcune esperienze dilettantistiche, si trasferisce agli Orizzonti United (Eccellenza) prima di approdare alla Sampdoria. Il salto di qualità arriva con il passaggio in Primavera e nel 2016 è tra i più chiacchierati dell’ambiente doriano, che lo protegge e lo coccola. Un brutto infortunio al crociato durante un sentito derby contro il Genoa però frena la sua crescita con sei mesi di stop mentalmente difficilissimi per Merkaj, che però non molla e con tanto lavoro in palestra si rimette a disposizione e accetta la proposta del Tuttuocuoio. L’anno successivo firma con il Casale (16 le apparizioni con 2 gol all’attivo). Il 2 dicembre del 2017 passa al Chieri e quattro giorni dopo debutta siglando una rete contro l’Unione Sanremo. Stagione 2019-’20 con la maglia del Breno, dove collezionerà 21 presenze e segnerà 8 gol per poi approdare al Bra, dove con Daidola vive la sua migliore stagione con 18 centri. La bella annata gli vale il passaggio fra i pro ed approda così al Foggia di Zeman dove segna 2 reti per poi andare a Campobasso (1 goal) e fare ritorno la scorsa stagione in D fra le fila della Luparense. A Tortona ritrova mister Daidola.
Ciao Olgher allora come è stato l’impatto con i nuovi compagni? Conoscevi già qualcuno? “Ciao a tutti. Impatto super positivo. Conoscevo già il mister, Rossi con cui ho giocato a Bra, Tambussi e Todisco che ho avuto per un breve periodo come compagni a Casale poi da avversario tante sfide con Tato e con Gulli nelle giovanili. E’ stato facile inserirsi”. Ti piace il Coppi? “Si, è uno degli stadi più belli del girone senza dubbio, anzi credo il più bello. Poi conosco la passione dei tifosi di Tortona e non vedo l’ora di giocarci”. Hai già avuto a che fare con il Derthona da avversario. Ricordi qualche gara? “Ricordo l’ultima con il Bra, 2-2 finale, io segnai dopo 1’. Una bella gara combattuta, quell’anno a Bra meritavamo di più”. Hai ritrovato Daidola. Cosa vi siete detti? Il mister è il motivo del tuo arrivo a Tortona? “Certo, mi ha chiamato e ci siamo parlati e lui è uno dei motivi per cui ho scelto Tortona. Volevo anche rimanere più vicino a casa e quando ho saputo di Tortona non ho fatto fatica a decidere, una piazza storica che non si può rifiutare”. Come è stata la tua esperienza fra i pro. Zeman che allenatore è? “Fantastica, peccato non aver potuto continuare soprattutto per i problemi legati allo status di extracomunitario. Zeman sembra un uomo freddo da fuori ma invece è un padre per tutti i suoi giocatori, tratta tutti allo stesso modo, insegna, parla e spiega sempre, poi ti fa correre come un pazzo, richiede una mole di lavoro incredibile. E’ stato un onore poter essere allenato da lui”. Cosa ti ha lasciato la serie C? “Mi ha permesso di confrontarmi con giocatori di categoria superiore, mi ha insegnato una intensità diversa, come relazionarsi con tutti, la serietà in ogni allenamento”. Che giocatore sei, parlaci delle tue caratteristiche. “Una seconda punta, con strappi e rapidità sul breve e mi piace puntare l’uomo, sfruttando forza e velocità. Ho fatto anche la prima punta a 2 o l’esterno a destra, mai a sinistra”. Curiosità. Ha che età e dove hai iniziato a giocare? “A 5 anni per strada in Albania, non c’erano scuole calcio o simili. Poi a 12 sono entrato nella prima squadra qui in Italia”. Che cibo preferisci? “Pizza, pasta e mi piace molto il sushi”. Sei tifoso di qualche team di Serie A? “Milan, mio papà e mio zio sono milanisti e da piccolo mi portavano allo stadio”.
Davide Maruffo
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