Intervista a Zdravko “Tato” Manasiev
Da ormai 5 stagioni è il condottiero del Derthona, l’uomo di maggior carisma ed esperienza all’interno del gruppo ed un riferimento anche per i tifosi che riconoscono in lui il vero spirito da leone che vorrebbero vedere in tutti i calciatori che vestono la maglia bianconera. Abbiamo intervistato Zdravko “Tato” Manasiev che ancora prima delle ferie scalpita per ricominciare una nuova stagione e ha grande voglia di rivalsa.
Ciao Tato come stai dopo una annata così faticosa mentalmente e fisicamente? “C’era bisogno di staccare un po’ perchè è stata dura, lunga e con tante difficoltà ma non tutto è negativo. Gli errori servono per imparare e fare meglio in futuro, da insegnamento per noi giocatori e per la società. Fisicamente sto bene, mi alleno sempre da solo e non vedo l’ora di iniziare. Quest’anno abbiamo l’obbligo di fare meglio della scorsa stagione”. Qual è il tuo segreto? Dopo tante stagioni sei ancora al top fisicamente. “L’età ormai c’è non mi posso nascondere ma il lavoro paga e io mi alleno sempre e gioco ogni gara come fosse l’ultima. Per me è uno stimolo a fare sempre meglio e curo molto alimentazione, sonno, tutto ciò che serve, i dettagli fanno la differenza. Sono fiero di stare bene a 39 anni”. Un paio di domande sulla scorsa stagione. C’è stato un momento in cui hai pensato retrocessione inevitabile? “Ho avuto paura ma non ho mai smesso di crederci fino all’ultimo. Durante la stagione mi hanno fatto la domanda “Tato andiamo giù?” e personalmente mi ha fatto molto effetto e da quel momento ho pensato non so come ma ci salveremo, è un obbligo. Ce lo siamo detti in spogliatoio e ci abbiamo creduto altrimenti non ce l’avremmo fatta. Mi sentivo che sarei stato decisivo nel playout”. Qual è stato il periodo peggiore? “Forse quello delle 13 sconfitte consecutive ma anche la gara secca di playout è stata tosta, basta un errore e sei retrocesso”. Il mister con cui ti sei trovato meglio? “Purtroppo i primi mesi non c’era feeling nella squadra e con il mister Fossati, poi con Chezzi e Daidola le cose sono cambiate da quel punto di vista. Li ringrazio perchè hanno fatto entrambi un grande lavoro umano e calcistico. Alla fine Daidola ha fatto anche un fantastico lavoro mentale sul gruppo e ci ha dato una grande spinta”. 5 anni a Tortona. Nel calcio non è così consueto. Ambiente? Società? Cosa ha sempre pesato nelle tue decisioni? “Tortona per me è come casa. I tifosi innamorati della maglia, la società, la squadra, mi danno stimoli fortissimi ed è la cosa più bella. Qui c’è sempre un entusiasmo contagioso intorno a questa squadra”. Hai prolungato il contratto per una stagione o più? “Per una stagione come ho sempre fatto”. L’idea è quella di chiudere la carriera al Derthona? “Sì certamente. Non so quando ma vorrei fosse qui, un posto migliore non lo posso trovare”. A quando il ritiro? Sai già qualche data? “Partiamo il 24 luglio, la Coppa inizia il 20 agosto”. Una certezza di questo Derthona sono i suoi tifosi vero? “Assolutamente. Alla fine del playout ho visto tante persone piangere, mio papà piangere con loro ed è stata un’emozione indimenticabile. Il Derthona è i suoi tifosi, vedrete che la società non rifarà gli stessi errori della scorsa stagione. Forza Derthona”.
Davide Maruffo
(foto Diemme)
© riproduzione riservata